mercoledì 6 maggio 2020

IRREALTÀ?

Cresce in me una sensazione di irrealtà: il 14% di patrimoniale ventilato dalla rivista (delle riviste si dice sempre “prestigiosa”) tedesca Manager Magazine è un conto assurdo ed irreale , solo esercitazione scolastica, ma viene costantemente ripreso come spauracchio (chissà perché fa invece fatica ad affermarsi come spauracchio l’enorme evasione fiscale italiana - ed europea, con il bell’aiuto dell’Olanda e dell’Irlanda - e mondiale con la politica che non capisce e non acchiappa le grandi imprese digitali), le polemiche imperanti mi sembrano assurde ed irreali (Conte sì, Conte no, cosa ha veramente detto la Corte tedesca... Tralasciamo poi se la Hunziker è amica o nemica delle donne), le parole d’ordine suonano false come non mai. Non mi dispero, vivo nello stupore e a volte nel disgusto. Cerco di capire, non ci rinuncio, ma diventa un esercizio sempre più arduo applicare rigore a ciò che leggo, avere presente la complessità e la multifattorialità delle questioni via via affrontate, vomitare via i complottismi e le congetture e le esercitazioni di arzigogoli fatte oggi e domani subito dimenticate o smentite. 
Non credo che se fossi al posto di Conte saprei barcamenarmi meglio alla guida di un paese allo sbando, in cui i partiti o non hanno avuto mai (la Lega, i 5 Stelle) o hanno perso (il PD, una parte di Forza Italia, personaggi sparsi come Calenda, Renzi, Monti) progettualità politica e visione del futuro, limitandosi ormai a fare i comitati di affari, a distribuire mance, a parare ipocritamente colpi e a farsi trascinare dall’onda invece che governarla.
In questo periodo di stupore cerco qualche sponda nella concretezza, nei medici che curano senza troppi protagonismi o scenate indegne (“la strage dei vecchi nelle RSA”), negli imprenditori che a testa bassa e con tutte le loro forze cercano di salvare il salvabile e addirittura spingono avanti il paese, senza perdere la speranza per il futuro (ne ho uno in casa, ho ben presente la tipologia), nei pochi intellettuali che cercano di pensare senza tragedie e senza isterismi e con personalismi ridotti al minimo, nei giornalisti che raccontano il paese e cercano di fare intravvedere la complessità, nella BCE che in silenzio continua a mantenere il nostro spread a livelli incompatibili con la nostra realtà di finanza pubblica.... l’elenco, adesso che mi sono messa a scriverlo, è anche lungo, lo pensavo più scarno, meno male...
E poi nel raccogliere ed essiccare sambuco, nello scegliere, progettare e fare una nuova torta, nell’accogliere in casa per qualche ora alla settimana la piccolotta vicina di sette anni per fare insieme inglese on line (per la famiglia, o meglio la mamma e la nonna che hanno dovuto sostituire COMPLETAMENTE la scuola, è complicato), nello smontare pezzo a pezzo la casa dei genitori di Roberto ormai vuota delle loro vite, ma ancora piena delle vestigia delle stesse (il cuore  mi si spezza a fare questo lavoro, ma almeno è reale, è concreto, è dovuto), nel chiacchierare on line con altri con cui hai voglia di chiacchierare.
Non ho voglia di ridere, ma nemmeno di piangere, ho voglia di andare, andare, andare, andare lontano.

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