Il “nuovo tribalismo” combina la solidarietà con i propri simili e l’aggressività contro chi è diverso” (Richard Sennet)
Così, per restare umani in un paese che da qualche tempo respinge chi cerca aiuto e criminalizza chi offre solidarietà, che augura stupri alle donne, soprattutto alle donne forti, che preferisce soluzioni semplicistiche a problemi complessi, che dimentica la storia, che aborre i ragionamenti che durano più di un secondo...
In questo paese ci aggrappiamo alle leggi nazionali e internazionali e alla Costituzione, scritta da chi aveva visto e testimoniato un’Europa distrutta dai populismi saliti inizialmente al potere con un voto democratico. E tuttavia con un brivido ci accorgiamo che le garanzie reggono a stento in tempi dove chi ci governa ha la pretesa di incarnare la volontà del popolo e dove la narrazione populista è veicolata a ciclo continuo dai social media e anche dai giornali tradizionali a colpi di fake news, immagini manipolate, processi sommari, sensazionalismi...
I social media, da strumento paritario e democratico di condivisione si sono trasformati in “palazzi degli specchi”, nei quali ciascuno cerca e trova unicamente conferme alle proprie opinioni o fedi o credenze, vede riflesso solamente se stesso, la propria pancia, la propria rabbia, il proprio malessere o disagio. La verità diventa post verità, i fatti oggettivi sono meno influenti degli appelli a emozioni e pregiudizi nel formare l’opinione pubblica.
Vedo continuamente formarsi fratture, faglie nei vari e complessi strati che formano i nostri mondi e le nostre società. Recalcati suggerisce di utilizzare il kintsugi, l’antica arte giapponese di riparare le rotture con l’oro, ma non so se abbiamo ancora nelle nostre mani, pur generose, oro a sufficienza, civiltà a sufficienza da spendere.
Nessun commento:
Posta un commento