lunedì 22 luglio 2019
domenica 14 luglio 2019
I MITI DI FAMIGLIA
Ogni famiglia ha le proprie storie e i propri ricordi interni - e i ricordi diventano mito.
Uno dei nostri sono i famosi tortelli di ortiche e funghi della Festa dell’Unità (sì, si chiama ancora dell’ “Unità”, non Festa democratica, ogni anno controlliamo anche questo) di Mezzani, paesino del Parmense sdraiato tra il Po e l’Enza. La Festa si tiene ogni anno, dal 1945 (tranne l’anno 1964, anno della morte di Togliatti) e, almeno negli ultimi 35 anni, è frequentata ininterrottamente dalla mia famiglia nei primi due week end di luglio soprattutto in virtù dei mitici tortelli di ortiche con funghi nel ripieno, assolutamente perfetti ed imbattibili. Il mito racconta che le ortiche vengano raccolte in primavera, quando sono tenere, sbollentate e religiosamente conservate in congelatore per poi riapparire in luglio trasformate ed inserite in un impasto ricco, spesso, elastico di uova ed energia umana. Per molti anni abbiamo temuto di non ritrovarli più, temendo che la signora proprietaria del tocco magico morisse o diventasse inabile, ma ormai ci siamo rilassati, deve avere passato a una o più eredi la magia. E anche quest’anno, perfetti!
Uno dei nostri sono i famosi tortelli di ortiche e funghi della Festa dell’Unità (sì, si chiama ancora dell’ “Unità”, non Festa democratica, ogni anno controlliamo anche questo) di Mezzani, paesino del Parmense sdraiato tra il Po e l’Enza. La Festa si tiene ogni anno, dal 1945 (tranne l’anno 1964, anno della morte di Togliatti) e, almeno negli ultimi 35 anni, è frequentata ininterrottamente dalla mia famiglia nei primi due week end di luglio soprattutto in virtù dei mitici tortelli di ortiche con funghi nel ripieno, assolutamente perfetti ed imbattibili. Il mito racconta che le ortiche vengano raccolte in primavera, quando sono tenere, sbollentate e religiosamente conservate in congelatore per poi riapparire in luglio trasformate ed inserite in un impasto ricco, spesso, elastico di uova ed energia umana. Per molti anni abbiamo temuto di non ritrovarli più, temendo che la signora proprietaria del tocco magico morisse o diventasse inabile, ma ormai ci siamo rilassati, deve avere passato a una o più eredi la magia. E anche quest’anno, perfetti!
giovedì 11 luglio 2019
martedì 9 luglio 2019
KINTSUGI
Il “nuovo tribalismo” combina la solidarietà con i propri simili e l’aggressività contro chi è diverso” (Richard Sennet)
Così, per restare umani in un paese che da qualche tempo respinge chi cerca aiuto e criminalizza chi offre solidarietà, che augura stupri alle donne, soprattutto alle donne forti, che preferisce soluzioni semplicistiche a problemi complessi, che dimentica la storia, che aborre i ragionamenti che durano più di un secondo...
In questo paese ci aggrappiamo alle leggi nazionali e internazionali e alla Costituzione, scritta da chi aveva visto e testimoniato un’Europa distrutta dai populismi saliti inizialmente al potere con un voto democratico. E tuttavia con un brivido ci accorgiamo che le garanzie reggono a stento in tempi dove chi ci governa ha la pretesa di incarnare la volontà del popolo e dove la narrazione populista è veicolata a ciclo continuo dai social media e anche dai giornali tradizionali a colpi di fake news, immagini manipolate, processi sommari, sensazionalismi...
I social media, da strumento paritario e democratico di condivisione si sono trasformati in “palazzi degli specchi”, nei quali ciascuno cerca e trova unicamente conferme alle proprie opinioni o fedi o credenze, vede riflesso solamente se stesso, la propria pancia, la propria rabbia, il proprio malessere o disagio. La verità diventa post verità, i fatti oggettivi sono meno influenti degli appelli a emozioni e pregiudizi nel formare l’opinione pubblica.
Vedo continuamente formarsi fratture, faglie nei vari e complessi strati che formano i nostri mondi e le nostre società. Recalcati suggerisce di utilizzare il kintsugi, l’antica arte giapponese di riparare le rotture con l’oro, ma non so se abbiamo ancora nelle nostre mani, pur generose, oro a sufficienza, civiltà a sufficienza da spendere.
Così, per restare umani in un paese che da qualche tempo respinge chi cerca aiuto e criminalizza chi offre solidarietà, che augura stupri alle donne, soprattutto alle donne forti, che preferisce soluzioni semplicistiche a problemi complessi, che dimentica la storia, che aborre i ragionamenti che durano più di un secondo...
In questo paese ci aggrappiamo alle leggi nazionali e internazionali e alla Costituzione, scritta da chi aveva visto e testimoniato un’Europa distrutta dai populismi saliti inizialmente al potere con un voto democratico. E tuttavia con un brivido ci accorgiamo che le garanzie reggono a stento in tempi dove chi ci governa ha la pretesa di incarnare la volontà del popolo e dove la narrazione populista è veicolata a ciclo continuo dai social media e anche dai giornali tradizionali a colpi di fake news, immagini manipolate, processi sommari, sensazionalismi...
I social media, da strumento paritario e democratico di condivisione si sono trasformati in “palazzi degli specchi”, nei quali ciascuno cerca e trova unicamente conferme alle proprie opinioni o fedi o credenze, vede riflesso solamente se stesso, la propria pancia, la propria rabbia, il proprio malessere o disagio. La verità diventa post verità, i fatti oggettivi sono meno influenti degli appelli a emozioni e pregiudizi nel formare l’opinione pubblica.
Vedo continuamente formarsi fratture, faglie nei vari e complessi strati che formano i nostri mondi e le nostre società. Recalcati suggerisce di utilizzare il kintsugi, l’antica arte giapponese di riparare le rotture con l’oro, ma non so se abbiamo ancora nelle nostre mani, pur generose, oro a sufficienza, civiltà a sufficienza da spendere.
domenica 7 luglio 2019
IL PROCESSO SOMMARIO E LA REALTÀ
In questi giorni è stato messo in scena un processo sommario al servizio sociale di tutela dei minori di un distretto di Reggio Emilia, la Val d’Enza. In realtà non solo il processo, ma anche le ipotesi accusatorie sono ben là da venire, ma gli indagati sono già stati processati e condannati dall’opinione pubblica indotti da una informazione (dis-informazione) volutamente mantenuta su toni sensazionalistici che toccano e stimolano la pancia della gente, ma ben poco hanno a che fare con la realtà. Conosco personalmente alcuni degli indagati e sono arrabbiata e addolorata, mi aggiro sbraitando e colpendo metaforicamente tutti quelli che ho intorno. Non mi esprimo sui fatti, non li conosco, è ovvio, ma volevo sottolineare le ipotesi sottese e i pregiudizi (e gli effetti) di questa vicenda.
Il sistema di Protezione dei minori, faticosamente realizzato in questi anni da professionisti che hanno lottato con tutte le loro forze per costruirlo (e ancora debole rispetto ad altri paesi occidentali) viene ridotto ed identificato con un sistema corrotto contro i minori e contro le famiglie alle quali sono indebitamente sottratti i figli da assistenti sociali psicologi e psicoterapeuti ciarlatani corrotti e perversi. L’ipotesi sottesa è che l’abuso sui minori in realtà non esiste ed è solo il risultato di manipolazioni degli adulti ai fini di ingrassare i portafogli dei loro amici, una bufala portata avanti a fini economici personalistici. La famiglia è sana e l’abuso è una fantasia indotta dai malvagi che finalmente sono stati smascherati. Il cittadino e la cittadina italiana pensano questo, l’ho percepito nelle chiamate di amici e conoscenti per chiedermi cosa pensassi di questa vicenda; l’ho ascoltato negli autobus e nei bar che frequento, mi sono rifiutata di guardare “Chi l’ha visto?” dove una giornalista come minimo incompetente ha messo in onda filmati e commenti falsati e non pertinenti al tema. Quindi, la famiglia è sana e la corruzione è nel sistema di Protezione. I “professoroni” o più umilmente chi la incrocia per lavoro sanno invece che la violenza sui minori è un fenomeno complesso e sottostimato ed esiste, purtroppo in forme modi che è bene nemmeno immaginare. E quasi ogni giorno sui giornali si legge di bambini picchiati anche a morte dai loro genitori, a volte, diciamo il verbo giusto, torturati dal loro papà con la connivenza quasi sempre della loro mamma, a loro volta povere persone inseguite dai loro orchi e fantasmi.
Cosa succederà o potrà succedere adesso? Come dice la professoressa Bastianoni “Donne maltrattate e bambini abusati in questo clima deresponsabilizzato e negazionista rischiano di vedersi condannati a vita agli orrori della prigionia familiare abusante dalla quale con tanta fatica, sforzi e impegno in questi anni sono stati sottratti. È questo il rischio che in questi giorni non si vuole vedere” e io già lo vedo nelle reazioni innervosite degli operatori sociali che già promettono che “tireranno indietro”, nella messa in secondo piano di quella che io chiamo la tenerezza dei rapporti sociali, la pietas verso le persone e le loro ombre e i loro carichi e le prospettive di futuro che a volte possiamo aiutarli a migliorare o almeno fronteggiare.
Se i colleghi implicati hanno sbagliato, spero paghino, ma chi sicuramente pagherà saranno le parti deboli, i bambini, le donne, gli uomini maltrattanti, quei straordinari genitori affidatari che sono l’ultima speranza di questi bambini. E io sono abbastanza vecchia da aver già visto alcuni finali di partita, ex bambini in affido con storie terribili alle spalle che sono diventati giovani uomini e giovani donne sicuramente non senza ombre, ma con gli strumenti per gestirle.
Prenderei questo Ipad su cui sto scrivendo e lo lancerei contro il muro dalla rabbia - mi sento a pezzi.
Il sistema di Protezione dei minori, faticosamente realizzato in questi anni da professionisti che hanno lottato con tutte le loro forze per costruirlo (e ancora debole rispetto ad altri paesi occidentali) viene ridotto ed identificato con un sistema corrotto contro i minori e contro le famiglie alle quali sono indebitamente sottratti i figli da assistenti sociali psicologi e psicoterapeuti ciarlatani corrotti e perversi. L’ipotesi sottesa è che l’abuso sui minori in realtà non esiste ed è solo il risultato di manipolazioni degli adulti ai fini di ingrassare i portafogli dei loro amici, una bufala portata avanti a fini economici personalistici. La famiglia è sana e l’abuso è una fantasia indotta dai malvagi che finalmente sono stati smascherati. Il cittadino e la cittadina italiana pensano questo, l’ho percepito nelle chiamate di amici e conoscenti per chiedermi cosa pensassi di questa vicenda; l’ho ascoltato negli autobus e nei bar che frequento, mi sono rifiutata di guardare “Chi l’ha visto?” dove una giornalista come minimo incompetente ha messo in onda filmati e commenti falsati e non pertinenti al tema. Quindi, la famiglia è sana e la corruzione è nel sistema di Protezione. I “professoroni” o più umilmente chi la incrocia per lavoro sanno invece che la violenza sui minori è un fenomeno complesso e sottostimato ed esiste, purtroppo in forme modi che è bene nemmeno immaginare. E quasi ogni giorno sui giornali si legge di bambini picchiati anche a morte dai loro genitori, a volte, diciamo il verbo giusto, torturati dal loro papà con la connivenza quasi sempre della loro mamma, a loro volta povere persone inseguite dai loro orchi e fantasmi.
Cosa succederà o potrà succedere adesso? Come dice la professoressa Bastianoni “Donne maltrattate e bambini abusati in questo clima deresponsabilizzato e negazionista rischiano di vedersi condannati a vita agli orrori della prigionia familiare abusante dalla quale con tanta fatica, sforzi e impegno in questi anni sono stati sottratti. È questo il rischio che in questi giorni non si vuole vedere” e io già lo vedo nelle reazioni innervosite degli operatori sociali che già promettono che “tireranno indietro”, nella messa in secondo piano di quella che io chiamo la tenerezza dei rapporti sociali, la pietas verso le persone e le loro ombre e i loro carichi e le prospettive di futuro che a volte possiamo aiutarli a migliorare o almeno fronteggiare.
Se i colleghi implicati hanno sbagliato, spero paghino, ma chi sicuramente pagherà saranno le parti deboli, i bambini, le donne, gli uomini maltrattanti, quei straordinari genitori affidatari che sono l’ultima speranza di questi bambini. E io sono abbastanza vecchia da aver già visto alcuni finali di partita, ex bambini in affido con storie terribili alle spalle che sono diventati giovani uomini e giovani donne sicuramente non senza ombre, ma con gli strumenti per gestirle.
Prenderei questo Ipad su cui sto scrivendo e lo lancerei contro il muro dalla rabbia - mi sento a pezzi.
LA GIOIA PIÙ GRANDE
In questi giorni per vari motivi Roberto era fuori per cena qualche sera e quindi eravamo a casa Gigi ed io e ne abbiamo approfittato per mangiare cose che il padre aborre (per esempio i tortellini della Coop) e siamo stati lì a raccontarcela, a chiacchierare del più e del meno. Poi ho pensato che una delle goie più grandi della mia vita è stata vederli crescere, trasformarsi giorno per giorno da adorabili cucciolotti in una giovane donna e in un giovane uomo. Cambiano fisicamente e mentalmente davanti ai nostri occhi stupiti ed ammirati e forse non sempre li capisco o li approvo, ma sempre ammiro il loro sforzo di crescere, di andare verso la vita con generosità, vivendo ogni attimo, sperando e sognando. Così costui
martedì 2 luglio 2019
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