domenica 17 febbraio 2019

L’ATTESA

Oggi sono rimasta stranamente colpita da un’immagine.
È venuta oggi a pranzo la nonna Bianca, 88 anni, amatissima nonna e madre di Roberto, amorevole, un po’ svanita (da sempre, non solo dopo gli ottanta anni), donna piena di dignità naturale con diverse fragilità fisiche  - ormai non va più fuori autonomamente, cammina a fatica con una stampella, fa fatica a rimanere agganciata ai discorsi in atto, ogni minima cosa, piccolo contrattempo, decisione da prendere la mette in ansia.
Roberto la è andata a prendere verso le 11:30, c’era una bellissima e tiepida giornata di sole, la nonna ha fatto un giretto nel giardino e si è poi seduta al sole, con il suo cappello e gli occhiali da sole. È rimasta immobile per un’oretta al sole, la osservavo mentre cucinavo gli gnocchi alla romana -sembrava in attesa. Mi sono quindi chiesta che cosa attendeva, che orizzonti aveva adesso la sua vita, quali desideri, quali obiettivi e pensieri e mi sono resa conto di non riuscire ad immaginarne nessuno, se non l’allontanamento progressivo dalla vita fino a sfumare in lontananza...
Ho avuto un piccolo brivido - questo processo è già in atto anche in me, sono sicura, che pure attendo ancora moltissime cose dalla vita - ma molte meno di un tempo, per alcune so per certo di non fare più in tempo.
Attendere, ancora.

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