venerdì 18 gennaio 2019

IN PATAGONIA

Insomma, è il momento di scrivere che soni in Patagonia - e da alcuni giorni. Siamo partiti Roberto ed io il 9 gennaio e dopo più di trenta ore di viaggio (in macchina fino a Linate, poi aereo fino a Fiumicino, poi Buenos Aires e poi Puerto Iguazù e noleggiata la macchina) siamo approdati in una delle sette meraviglie del mondo, le cascate dell’Iguazù, un trionfo di acqua, spuma, potenza, vertigini e divertimento. Un paio di giorni (con puntata a San Ignacio Minì, nel mezzo della fallita utopia gesuita della costruzione imposta di una società egualitaristica del “buon selvaggio”, con tutte le sue irrisolte contraddizioni) e poi aereo fino a Bariloche (cambiando a Buenos Aires) tra laghi, laghi, laghi, paesaggi alpini ma enormi e poi l’attraversamento della Patagonia arida, 900 km nelle pampas maestose e inginite, un’esperienza durissima e quasi mistica, di straordinaria bellezza. E arrivo ieri l’altro nella notte sull’oceano e sulla spiaggia senza fine di Puerto Madryn.
Oggi però abbiamo veramente esagerato con Peninsula Valdes, 250 km di sterrato in cui letteralmente si passeggia tra elefanti e leoni marini a CENTINAIA, pinguini di Magellano, guanatos, armadilli, emù e ogni tipo di uccelli marini - mancavano all’appello orche e balene per puri motivi stagionali - in un ambiente brullo e severo sul mare smeraldino. La cosa più vicina all’Eden che io abbia mai sperimentato. Stasera, increduli e stanchissimi, quasi non crediamo alla nostra buena suerte.
To be continued...

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