La donna che vuole percorrere questo cambiamento deve in fondo diventare incinta di se stessa, deve portare se stessa, il suo terzo stadio dell’essere, la sua vecchiaia, con le doglie e da sola. Non molti la aiuteranno in quel parto e certamente nessun ginecologo maschio misurerà la frequenza delle sue contrazioni, le inietterà sedativi, si terrà pronto con il forcipe e le metterà i punti con precisione sulle sue danneggiate membrane. È persino difficile trovare una vecchia, tradizionale ostetrica, di questi tempi. Questo tipo di gravidanza è lungo e il travaglio difficile - solo un altro travaglio è peggiore, l’ultimo, quelle che anche gli uomini dovranno percorrere.
È più facile morire se si è dato alla luce altre persone o se stessi, almeno una volta nella vita, e questo è uno dei motivi per affrontare tutte le difficoltà e gli imbarazzi del diventare una Vecchia. In ogni caso sembra un peccato avere a disposizione un ben strutturato rito di passaggio e ritardarlo, evitarlo, far finta che niente sia cambiato, negando la propria femminilità, facendo finta di essere un uomo. Gli uomini, una volta “iniziati”, non hanno seconde possibilità, non hanno cambiamenti disponibili, ma è una perdita loro, non nostra. Perchè inseguire la deprivazione? Certamente lo sforzo di rimanere quello che si è, giovani, quando il corpo dà un segnale cosí deciso di cambiamento come la menopausa, è galante, ma è un tipo di stupida, autosacrificale galanteria, più adatta a un ragazzo di venti anni che a una donna di quarantacinque-cinquanta anni. Lasciamo che gli atleti muoiano giovani e vincenti, lasciamo che i soldati vincano le medaglie al valore. Lasciamo che le donne muoiano vecchie, con i capelli bianchi, con cuori umani.
Se arrivasse una nave spaziale degli amichevoli abitanti del quarto pianeta di Altair e il cortese capitano della nave chiedesse: “Abbiamo lo spazio per un passeggero, ci concedereste un umano in modo che possiamo conversare con lui piacevolmente e con agio durante il lungo viaggio di ritorno ad Altair, cosí anche da imparare da questa persona i tratti essenziali della natura umana?” - suppongo che la maggior parte delle persone penserebbe a un bravo giovane, intelligente e con alti livelli di istruzione e in perfetta forma fisica. Un astronauta russo sarebbe perfetto (gli astronauti americani sono quasi tutti troppo vecchi). Ci sarebbero sicuramente centinaia, migliaia di volontari, giovani uomini di valore. Ma io non sceglierei nessuno di loro, nè sceglierei alcuna delle giovani donne che si offrirebbero volontarie, alcune spinte da generosità e coraggio intellettuale, altre spinte dalla profonda convinzione che sia praticamente impossibile che Altair sia per una donna peggiore di quanto lo sia la Terra.
Quello che io farei sarebbe andare al supermecato locale o al mercato del villaggio e scegliere una vecchia signora, ultrasessantenne, trovandola al banco della bigiotteria o al banchetto che vende le noci di areca. I suoi capelli non sarebbero rossi o biondi o neri e lucidi, la sua pelle non sarebbe fresca come la rugiada, non sarebbe la depositaria del segreto dell’eterna giovinezza e probabilmente mostrerebbe subito una foto di suo nipote che ora lavora a Nairobi (è abbastanza vaga rispetto a dove si trova Nairobi, ma estremamente orgogliosa di suo nipote). Ha lavorato duramente in piccoli e umili lavori per tutta la sua vita, lavoretti come cucinare, pulire, crescere figli, vendere piccoli oggetti di piacere o per adornarsi ad altre persone. È stata vergine una volta, tanto tempo fa, e poi una femmina fertile sessualmente potente, e poi è passata attraverso la menopausa. Ha dato alla luce e allo stesso tempo affrontato la morte molte volte e sta ora avvicinandosi con maggiore chiarezza alla nascita/morte ogni giorno. A volte i piedi le fanno davvero male. Non ha ricevuto un’educazione adeguata alle sue capacità, un crimine cosí comune da non potere e non dovere essere tenuto nascosto ad Altair. E, notare, non è per niente stupida, ha una dotazione di buon senso, pazienza, senso dell’umorismo e scaltrezza basata sull’esperienza che gli Altariani potrebbero (o no) percepire come saggezza. Ma se gli Altariani sono più saggi di noi, potrebbero percepire quell’intimo intelletto e cuore che noi umani, basandoci sulla sola speranza e sull’intuizione, proclamiamo essere umani. In ogni caso, siccome sono curiosi e gentili, diamo loro il meglio che abbiamo.
Il problema è che lei sarebbe molto riluttante ad accettare e direbbe “Cosa può fare una vecchia come me su Altair? Dovete mandare uno di quegli scienziati uomini, loro saprebbero come parlare a questi buffi uomini verdi. Forse dovrebbe andare il dottor Kissinger oppure cosa ne dite di uno Sciamano?” Sarebbe difficile spiegarle che vogliamo mandare lei perchè solo una persona che abbia sperimentato, agito e accettato l’intera condizione umana - di cui la qualità fondamentale è il Cambiamento - può adeguatamente rappresentare l’Umanità. “Io ?” direbbe, con un pizzico di timidezza “ma io non ho mai fatto niente”.
Ma non si sottrarrebbe. Lei sa, anche se non lo ammetterebbe, che il dottor Kissinger non è andato e non andrà mai dove lei è andata, che gli scienziati e gli sciamani non hanno fatto quello che lei ha fatto. Via, sulla nave, Nonna!
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