Cosí disperati da ucccidersi, ma anche così vigliacchi da uccidersi per non prendersi la responsabilità di quello che hanno fatto
venerdì 23 giugno 2017
giovedì 22 giugno 2017
STRANA FAMIGLIA
Siamo una famiglia un po', come dire, poco convenzionale. Il Padre è tornato stamattina dopo cinque giorni in Messico, tornato mentre il Figlio sudava copiosamente sul compito della maturità di matematica, la Madre era a Reggio Emilia a dirimere ed alimentare piccoli e grandi contrasti (oggi erano grandi e nasty...) e la Figlia, approdata ieri sera al nido materno e paterno da Zurigo per qualche giorno di ferie [per inciso, per aggiungere movimento al quadro, domani Madre, Padre e Figlia vanno a Capalbio per qualche giorno di vacanza lasciando l figlio alle sue sudate carte e alla terza - temutissima - prova di lunedí prossimo] era a Parma running errands.
Il Padre al pomeriggio va a Bologna per una inderogabile riunione e la figlia lo accompagna perchè è necessario alla sopravvivenza del padre (se si addormenta al volante?) e perchè va a vedere una mostra su Van Gogh a Bologna.
La madre, cioè io, torna a casa la sera e sul tavolo di cucina (punto nevralgico della casa) vede un muffin industriale rovesciato su un biglietto del Padre e si avvicina per leggerlo, curiosa. Quale messaggio ha voluto lasciare il Padre alla sua famiglia? Tipo, sono felice di essere tornato a questo accogliente nido?
Il messaggio era questo
Il Padre al pomeriggio va a Bologna per una inderogabile riunione e la figlia lo accompagna perchè è necessario alla sopravvivenza del padre (se si addormenta al volante?) e perchè va a vedere una mostra su Van Gogh a Bologna.
La madre, cioè io, torna a casa la sera e sul tavolo di cucina (punto nevralgico della casa) vede un muffin industriale rovesciato su un biglietto del Padre e si avvicina per leggerlo, curiosa. Quale messaggio ha voluto lasciare il Padre alla sua famiglia? Tipo, sono felice di essere tornato a questo accogliente nido?
Il messaggio era questo
Niente, siamo fatti cosí |
lunedì 19 giugno 2017
(ACCORATO) APPELLO AI PUGLIESi
Dopo le dichiarazioni di D'Alema di ieri, che tirano in ballo i tanti elettori pugliesi che lo supplicano di ricandidarsi, faccio un appello agli amici (conosciuti e sconosciuti) pugliesi: vi prego, non infliggeteci ancora la sua arroganza, il suo doppiogiochismo, i suoi rancori, la sua totale incapacità di comprendere le dinamiche esterne al proprio io (e avvenute dopo il 1990). Lo so, mi obietterete che rappresenta una parte dell'Italia, ma questa parte ottiene già ampia rappresentanza in entrambi gli schieramenti. Vi prego, ho bisogno di uno spiraglio di luce nella mia imminente vecchiaia: sapere che non vedrò più D'Alema in televisione o non mi imbatterò più in una sua intervista mentre ascolto la radio. Grazie
venerdì 9 giugno 2017
LE PAROLE PER DIRLO
"Per il finale gli interpreti dovevano intonare la parola "casa" in trentacinque lingue diverse.
All'inizio, anche dopo tante prove, non era venuto bene, le voci stridevano, mancava proprio l'armonia a cui aspiravano, poi una donna fece un passo avanti assumendo il comando con la sua voce ricca e flessuosa, un mare color del vino in cui annegavano ricordi di amore e di appartenenza. Presto gli altri la seguirono, e finalmente le trentacinque lingue, come un sola, si unirono in un Magnificat stentoreo, trascendente. Casa. Casa. Casa. Cresceva e aumentava, salí alle travi del tetto, e attraversando i muri raggiunse la strada illuminata, la campagna con i prati e le paludi, il cimitero e l'ovile, sorvolò foreste ammutolite, e arrivò alle savane solitarie e ai bassifondi redolenti, ai mari e oltre, verso destinazioni infinite, bramate.
Non immaginate quante parole esistano per dire "casa" e quali musiche selvagge se ne possono ricavare."
All'inizio, anche dopo tante prove, non era venuto bene, le voci stridevano, mancava proprio l'armonia a cui aspiravano, poi una donna fece un passo avanti assumendo il comando con la sua voce ricca e flessuosa, un mare color del vino in cui annegavano ricordi di amore e di appartenenza. Presto gli altri la seguirono, e finalmente le trentacinque lingue, come un sola, si unirono in un Magnificat stentoreo, trascendente. Casa. Casa. Casa. Cresceva e aumentava, salí alle travi del tetto, e attraversando i muri raggiunse la strada illuminata, la campagna con i prati e le paludi, il cimitero e l'ovile, sorvolò foreste ammutolite, e arrivò alle savane solitarie e ai bassifondi redolenti, ai mari e oltre, verso destinazioni infinite, bramate.
Non immaginate quante parole esistano per dire "casa" e quali musiche selvagge se ne possono ricavare."
LA FILOSOFIA DELLE SCARPE (delle donne)
martedì 6 giugno 2017
domenica 4 giugno 2017
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