Questi sono i miei occhiali - li porto in diverse fogge e misure da cinquant'anni.
Ma i cambiamenti sono sempre agguato.
Da diversi mesi ci vedo poco con un offuscamento progressivo e un continuo venire abbagliata dal sole, dalle luci delle macchine, da qualsiasi fonte di luce. Ho passato un'estate da incubo e un meraviglioso inizio autunno da martirio e, nonostante io non stia mai abbastanza male da andare dal dottore, mi sono piegata all'oculista. La diagnosi è stata lapidaria "cataratta giovanile" in entrambi gli occhi - niente da fare se non l'operazione. Ho pianto silenziosamente per una settimana, poi ho deciso di reagire: sono andata (a pagamento) dal chirurgo oculista che mi ha prospettato l'operazione di un occhio a gennaio e del secondo a febbraio con la possibilitá di abbassare la miopia a circa 2 gradi e mezzo e vedendo bene da vicino. Oppure operazione a tutti e due gli occhi contemporaneamente dopo 15 giorni con correzione completa di miopia e presmiopia a pagamento in clinica privata. Ho tentennato e poi scelto quest'ultima soluzione, supportata da un acceso fan club familiare, soprattutto per togliermi il pensiero il più rapidamente possibile e riprendermi la mia vita. Ieri mi hanno operato, non un'ordalia ma neanche una passeggiata e da ieri niente occhiali. Li ho tirati adesso fuori dalla borsa e dico loro addio. Non me ne capacito, ma cambiare si deve, si può e si fa, finchè si vive! Però gli addii portano con sè una buona dose di tristezza, qualcosa finisce e si dimentica.
Nessun commento:
Posta un commento