Di tutte le cose che ho visto e (ovviamente) letto per celebrare questa giornata ne scelgo due che da anni mi accompagnano. La prima è molto personale, una citazione di Pavese che mi ha fulminato, ventenne, e non ho mai più dimenticato
La seconda é invece una citazione a me molto cara che dà il senso della grande potenza delle parole (le parole sono pensieri) e del loro risuonare limpide, sonore, politiche
venerdì 24 aprile 2015
giovedì 16 aprile 2015
CITAZIONE - sulle zuffe
"Quando andavano di moda le citazioni classiche, per criticare il perder tempo della politica di fronte all’incalzare dei problemi si usava ripetere il detto preso dalle storie di Tito Livio: Dum Romae consulitur, Saguntum expugnatur (mentre a Roma si discute, Sagunto viene conquistata). Si riferiva alle incertezze del Senato romano di fronte alle richieste di aiuto degli ambasciatori della città iberica posta sotto assedio dal generale cartaginese Annibale Barca. Forse qualcosa di simile dovremmo ripeterlo di fronte alla telenovela del dibattito sull’Italicum.
Non vedere oggi che il nostro paese ha davanti a sé problemi enormi e che questo necessita di un governo pienamente legittimato ed attivamente impegnato a risolverli è veramente miope. Soprattutto perché il populismo più becero è in agguato e in un clima elettorale che è contemporaneamente surriscaldato dagli estremismi e svuotato dall’astensionismo tendenziale di una larga fetta della popolazione il fenomeno è molto pericoloso.......
In una contingenza di questo tipo tenere il paese bloccato per le zuffe intestine di una classe politica che sembra preoccupata solo delle modalità con cui si entra o si esce dai palazzi parlamentari non sembra una prova di grande maturità. Sono comportamenti che, siamo franchi, spingono alla fine nelle opposte direzioni che già vediamo prevalenti: il tuffo nel sogno populista del grande ribaltone o la fuga nell’astensionismo perché tanto non si riuscirà mai a cambiare nulla."
(Paolo Pombeni, mentepolitica.it, 16.04.2015)
In una contingenza di questo tipo tenere il paese bloccato per le zuffe intestine di una classe politica che sembra preoccupata solo delle modalità con cui si entra o si esce dai palazzi parlamentari non sembra una prova di grande maturità. Sono comportamenti che, siamo franchi, spingono alla fine nelle opposte direzioni che già vediamo prevalenti: il tuffo nel sogno populista del grande ribaltone o la fuga nell’astensionismo perché tanto non si riuscirà mai a cambiare nulla."
(Paolo Pombeni, mentepolitica.it, 16.04.2015)
martedì 14 aprile 2015
DELLE CICATRICI (e dei balsami e unguenti)
Così sono qui, in questa ora del giorno in cui solo gli anziani e i bimbi molto piccoli sono a casa, qui a casa in quello che pomposamente viene chiamato "decorso post-operatorio" con quattro piccoli buchi nell'addome e la mia colecisti butterata di calcoli smaltita nei rifiuti speciali dell'ospedale di Parma.
La mia prima piccola operazione, la prima cicatrice del corpo - e devo dire che il concetto di cicatrice, di asportazione, di irreparabilità è quello che più mi turba. Si rescinde, si tronca e si va avanti - l'ho già fatto con le cicatrici dell'anima, adesso con una cicatrice del corpo.
Servono balsami e unguenti. Il primo balsamo è non avere dolore e in effetti sto bene, non ho che piccoli dolori dovuti a movimenti su cui cerco di essere cauta. Il secondo balsamo è questo
Il sole, il mio cortile pieno di fiori e profumi, il mio kindle (si vede sul cuscino della poltrona?) da cui mi parla la potente voce narrativa di Roberto Bolaño, il mio i-pad che mi tiene connessa al mondo e
La mia prima piccola operazione, la prima cicatrice del corpo - e devo dire che il concetto di cicatrice, di asportazione, di irreparabilità è quello che più mi turba. Si rescinde, si tronca e si va avanti - l'ho già fatto con le cicatrici dell'anima, adesso con una cicatrice del corpo.
Servono balsami e unguenti. Il primo balsamo è non avere dolore e in effetti sto bene, non ho che piccoli dolori dovuti a movimenti su cui cerco di essere cauta. Il secondo balsamo è questo
Il sole, il mio cortile pieno di fiori e profumi, il mio kindle (si vede sul cuscino della poltrona?) da cui mi parla la potente voce narrativa di Roberto Bolaño, il mio i-pad che mi tiene connessa al mondo e
Si sta bene, davvero. E stasera ci saranno anche Roberto e Luigi e sarà perfetto. Vi invito, se avete tempo (ma so che non l'avete, anch'io non l'ho mai).
Ps. E poi c'è quella vigliacca della gatta che non vede l'ora che io me ne vada dal "suo" posto. |
giovedì 9 aprile 2015
LABORATORIO CAPPELLETTI
Classe 1931 e classe 1988: un team perfetto che ha fatto una montagna di cappelletti che ci siamo sbafati a Pasqua e tortelli d'erbetta e pasta all'uovo intanto che c'erano. Chissà chi delle due è la classe 1931...
domenica 5 aprile 2015
COSA SUCCEDE -PARLIAMO DI CONVINZIONI O DI POTERE?
Assisto in questi giorni un po' scocciata alla messinscena delle "convinzioni": noi siamo di sinistra perchè difendiamo (i tre a cui si applica) lavoratori e l'articolo 18. Noi siamo i puri che combattono la legge elettorale perché le liste sono bloccate e che al tempo stesso vogliamo la nostra quota di nominati entro le liste stesse. Noi siamo quelli che hanno ragione perché gli altri non sanno fare analisi come noi. Noi siamo meglio perché non trattiamo il meglio possibile ora, ma abbiamo la convinzione che ci sia un meglio assoluto e su questo non trattiamo - a costo di stare fermi e bloccati - ma puri.
Il mio dubbio è: si tratta di convinzioni o si tratta di potere?
Si tratta di ideologia o si tratta di essere stati al centro del potere, magari anche in minoranza, e adesso non esserlo più? Essere stati sconfitti non solo dalle primarie, ma anche dalla storia, dal disastro di cui si è corresponsabili, dall'inesorabile mutare del tempo.
Mi sembra evidente leggendo Scalfari che il problema sia questo: un tempo non c'era mossa dei potenti del centrosinistra che non venisse prima discussa con lui - adesso è fuori e niente ovviamente può andare bene. Lo stesso vale per i vari Bindi, Bersani, Fassina, per la CGIL.. solo pensando questo capisco il commento di Landini del "si stava meglio quando c'era Berlusconi" - subito ho pensato che non aveva senso, ma poi ho ripensato a quel tempo, la CGIL era la bandiera della sinistra e sventolava - che importa che tutto andasse in malora?
Adesso finalmente qualcosa si muove, forse il meglio possibile nelle condizioni date, ma la CGIL non conta più niente o quasi e quindi va peggio - convinzioni o potere?
Sottovaluto le convinzioni? Forse - è noto che non sono affatto donna di fede. Ma vedo convinzioni così deboli, spesso cosi pretestuose, così avulse dalla realtà che il dubbio mi sembra legittimo, pur come una delle sfaccettature della realtà- come sempre la realtà è sicuramente più complessa.
Il mio dubbio è: si tratta di convinzioni o si tratta di potere?
Si tratta di ideologia o si tratta di essere stati al centro del potere, magari anche in minoranza, e adesso non esserlo più? Essere stati sconfitti non solo dalle primarie, ma anche dalla storia, dal disastro di cui si è corresponsabili, dall'inesorabile mutare del tempo.
Mi sembra evidente leggendo Scalfari che il problema sia questo: un tempo non c'era mossa dei potenti del centrosinistra che non venisse prima discussa con lui - adesso è fuori e niente ovviamente può andare bene. Lo stesso vale per i vari Bindi, Bersani, Fassina, per la CGIL.. solo pensando questo capisco il commento di Landini del "si stava meglio quando c'era Berlusconi" - subito ho pensato che non aveva senso, ma poi ho ripensato a quel tempo, la CGIL era la bandiera della sinistra e sventolava - che importa che tutto andasse in malora?
Adesso finalmente qualcosa si muove, forse il meglio possibile nelle condizioni date, ma la CGIL non conta più niente o quasi e quindi va peggio - convinzioni o potere?
Sottovaluto le convinzioni? Forse - è noto che non sono affatto donna di fede. Ma vedo convinzioni così deboli, spesso cosi pretestuose, così avulse dalla realtà che il dubbio mi sembra legittimo, pur come una delle sfaccettature della realtà- come sempre la realtà è sicuramente più complessa.
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