mercoledì 22 giugno 2022

THROUGH THE BARRICADES

In questi giorni difficili di guerra ho sentito alcuni giorni fa una canzone che mi è sempre piaciuta moltissimo e ho realizzato non per la prima volta quanto esprima il dolore e lo sperdimento della violenza della guerra (allora era il terrorismo irlandese). Da allora la canto (la canticchio) dentro di me e vorrei condividerla. Così l’ho anche tradotta (e non è stato facile e il risultato è insoddisfacente, ma rispecchia più o meno come l’ho percepita, più che capita) - in grassetto la traduzione

Mother doesn't know where love has gone (mamma non sa dove se ne sia andato l’amore)

She says it must be youth That keeps us feeling strong (dice che dev’essere la giovinezza che ci fa sentire ancora forti)

I see it in her face, that's turned to ice (lo vedo nel suo viso raggelato)
And when she smiles she shows the lines of sacrifice (e dalle rughe di sacrificio che mostra quando sorride)
And now I know what they're saying  (e adesso so cosa vanno dicendo)
'Cause our sun begins to fade (perchè il nostro sole sta iniziando a tramontare)
And we made our love on wasteland (e abbiamo coltivato e consumato il nostro amore in una terra desolata e perduta)
And through the barricades ( e attraversando le barricate)
Father made my history (mio padre ha fatto la mia storia)
He fought for what he thought (ha combattutto per ciò che pensava)
Would set us somehow free (ci avrebbe in qualche modo liberati)
He taught me what to say in school (mi ha insegnato cosa dire a scuola)
I learned it off by heart (e io l’ho imparato e interiorizzato)
But now that's torn in two (ma adesso è strappato in due pezzi)
And now I know what they're saying (e adesso so cosa vanno dicendo)
In the music of the parade (nella musica della parata)
We made our love on wasteland (abbiamo coltivato e consumato il nostro amore in una terra desolata e perduta)
And through the barricades  (e attraversando le barricate)
Born on different sides of life (siamo nati in due differenti lati della vita)
We feel the same and feel all of this strife (ma ci sentiamo allo stesso modo e percepiamo nel profondo questo conflitto)
So come to me when I'm asleep (e allora vieni da me quando sono addormentato)
We'll cross the line (e varcheremo il confine)
And dance upon the street (e balleremo in strada)
And now I know what they're saying  (e adesso so cosa vanno dicendo)
There's the drums begin to fade (mentre il suono dei tamburi inizia a svanire in lontananza)
We made our love on wasteland (abbiamo fatto coltivato e consumato il nostro amore in una terra desolata e perduta)
And through the barricades (e attraversando le barricate) 
Oh, turn around and I'll be there (oh, voltati e io sarò là)
Oh, there's a scar through my heart but I'll bare it again (oh, c’è una cicatrice che attraversa il mio cuore, ma lo denuderò ancora)
Oh, I thought we were the human race (oh, credevo fossimo la razza umana)
But we were just another borderline case (ma eravamo solo un altro caso limite)
And the stars reach down and tell us (e le stelle ci raggiungono e ci dicono)
There's always one escape (c’è sempre una via d’uscita)
Oh, I don't know where love has gone (oh, non so dove se ne è andato l’amore)
And in this trouble land (e in questa terra disgraziata)
Desperation keeps us strong (è la disperazione a mantenerci forti)
Friday's child is full of soul (il bambino del venerdí è pieno di vita)
With nothing left to lose, there's everything to go (e poichè non ha niente da perdere, davanti ci sono infinite possibilità)
And now I know what they're are saying (e adesso so cosa vanno dicendo)
It's a terrible beauty we've made (abbiamo creato una bellezza terribile)
So we make our love on wasteland ( e quindi abbiamo coltivato e consumato il nostro amore 
in una terra desolata e perduta)
And through the barricades (e attraversando le barricate) 
Now I know what they're are saying (e adesso so cosa vanno dicendo)
As hearts go to their graves (mentre i cuori smettono di battere)
We made our love on wasteland (abbiamo cstruito e coltivato il nostro amore in una terra desolata e perduta)
Oh, and through the barricades (e attraversandi le barricate) 

Al link qui sotto la canzone con un magnifico Tony Hadley








martedì 21 giugno 2022

ELEMENTI DI EPOPEA FAMILIARE : LA MATURITÀ

 Nella storia di ogni famiglia ci sono racconti ripetuti che a forza di essere raccontati diventano epopea (nella piccola dimensione familiare, ovvio). Uno di questi è la maturità dei nostri figli. Mi è ritornata alla mente oggi leggendo che domani cominciano gli esami di maturità 2022. La nostra maturità data l’anno preistorico 1977, quella di Anna 2007 e quella di Luigi 2017.

Successe nel 2007 che Roberto fosse invitato ad un convegno ora non ricordo se di pastai o mugnai in California - occasione che abbiamo preso al volo per farci una decina di giorni di vagabondaggio magnifico in California. L’unico lato negativo è che questi giorni coincidevano con la maturità dell’Anna, che ci siamo persi, non eravamo lí a darle conforto e solidarietà e a soffrire con lei come fanno i bravi papà e le brave mamme e per  tanti anni lei ce lo ha rinfacciato, per lo più scherzosamente, ma la storia è stata più volte raccontata e presa ad esempio sul tipo di genitori (poco supportivi, ma anche poco ansiosi) che eravamo - degeneri forse, vagabondi sicuro.

Nel 2017, all’avvicinarsi della maturità di Luigi, la storia è tornata a galla. L’Anna faceva pressing sulla par condicio, ma soprattutto Roberto aveva libero solo quel pezzo di estate e quindi siamo andati nella Spagna del Nord (Galizia, Paesi Baschi, Asturie…) - un bel giro, pieno di fascino. E ci siamo persi la maturità di Luigi.

A distanza di anni, sorridiamo ancora di questa cosa, ormai tutti e quattro ampiamente “maturi” (noi sul confine del sovramaturo…)

venerdì 17 giugno 2022

COSA MANCA?

 Enumeravamo ieri sera con Roberto e ci sono venute in mente le dieci piaghe bibliche. Le sono andata a cercare:

1 - Acqua mutata in sangue: tutta l'acqua del Nilo divenne sangue, impedendo l'irrigazione dei campi e uccidendo i pesci del fiume. Secondo gli studiosi, questo episodio rappresentava metaforicamente il sangue del popolo ebraico versato in decenni di schiavitù.

2 - Rane: dal fiume imputridito si levò un'orda di rane che invase, gracidando, il palazzo del faraone. Quando le rane morirono, la puzza dei loro cadaveri attraversò tutto il paese.

3 - Zanzare: dopo le rane fu la volta delle zanzare, che tormentarono gli Egizi e diffusero malattie.

4 - Mosche velenose: terminata l'invasione delle zanzare arrivarono le mosche, anch'esse portatrici di pestilenze.

5 - Morìa del bestiame: quasi tutto il bestiame d'Egitto cominciò a morire di morte sconosciuta, riducendo il regno alla fame.

6 - Ulcere su uomini e animali: bolle e ulcere purulenti iniziarono ad infestare i corpi di uomini, donne e bambini.

7 - Grandine: una spaventosa tempesta di grandine rovinò tutti i raccolti

8 - Locuste: qual poco che si salvò venne divorato dalle locuste. al termine dell'invasione, gli Egizi poterono cibarsi delle locuste morte e pensarono che il peggio fosse passato.

9 - Tenebre: di fronte all'ostinazione del faraone Dio fece calare una notte scura che durò tre giorni (presso gli ebrei invece si mantenne la luce).

10 - Morte dei primogeniti: la più famosa e terribile. Per piegare definitivamente l'arroganza del faraone, Dio inviò un vento che uccise tutti i primogeniti maschi d'Egitto. Prima di scagliare quest'ultima Piaga, Dio però avvisò Mosè e gli ebrei, raccomandando a ciascuna famiglia di sacrificare un capretto e cospargere col suo sangue gli stipiti delle porte. In questo modo, vedendo il sangue del sacrificio, il vento di morte non avrebbe colpito gli abitanti di quella casa.

Ci siamo chiesti cosa abbiamo oggi: dunque, l’epidemia, la guerra, la siccità e la carestia, la crisi demografica, l’invasione delle cavallette in Sardegna ed in altri luoghi del mondo, la crisi della democrazia, i dolori delle ondate migratorie. Alcune possono essere pari pari affiancate alle piaghe bibliche, altre sono di più stretta attualità. Roberto riteneva che non ci facessimo mancare niente, ma io ho trovato una piaga al momento non attiva, il terremoto. E anche Roberto ne ha trovata una, ricordando una notizia che aveva letto in cui gli scienziati al lavoro al telescopio cinese Fast, il più grande del mondo, avrebbero rilevato segnali sospetti dal cosmo (articolo pubblicato sul quotidiano ufficiale del Ministero della Scienza e Tecnologia cinese e misteriosamente rimosso). Sí, manca all’appello in effetti l’invasione degli alieni.

domenica 12 giugno 2022

SVOLTA EPOCALE: NON È UN INSULTO

 Svolta epocale offertaci dalla scienza


Molte le applicazioni pratiche immediate. Per esempio, TESTA DI CAZZO (solo se rivolto a un uomo) non può più essere considerato un insulto, ma diventa mera constatazione di fatto…

giovedì 9 giugno 2022

ESSERE SOPRAFFATTI

 Vito Mancuso condivide oggi questa citazione


La leggo contemporaneamente a un desolato Whatsapp di Albertina

“Non c’è speranza. Siamo in piazza per la chiusura della campagna elettorale di Guerra [candidato Sindaco del PD con Pizzarotti] e sta parlando Bonaccini con sottofondo di urlanti contro l’aeroporto [questione di grande scontro l’allargamento della pista dell’aeroporto]. Alla fine, che siano le tariffe rifiuti o le striscie blu, l’inceneritore o il cargo la storia si ripete”

Tutta la mia fibra, la mia storia e le mie convinzioni sono contro la citazione di Amiel, ma stasera mi sento stanca, sopraffatta dall’irrazionalità e dalla ignorante follia che sembra dilagare intorno. 

L’unica osservazione che mi sento di fare è che in realtà l’”uguaglianza” su cui si basa la democrazia  non si basa sull’idea che siamo tutti uguali, ma sulle pari opportunità garantite a tutti e che i criteri di merito e di valore, di esperienza e fatica individuale non vengono negati, ma valorizzati. E che lo sforzo dovrebbe essere quello di elevare la media e non di esserne sopraffatti. 

Però stasera in effetti mi sento piuttosto sopraffatta.

P.S. cambierà qualcosa in termini di ragionamento che delle urla di ieri non rimanga pressochè nulla? Le tariffe rifiuti sono maggiormente tollerate (e calmierate) dalla maggiore consapevolezza sul tema rifiuti, dalla differenziata (e, bisogna dirlo a bassa voce, dall’inceneritore), delle righe blu non frega più niente a nessuno. Addirittura, quelli che urlavano contro l’inceneritore non solo l’hanno costruito ma sono passati dalla parte di quelli contro cui si urla oggi (alleati col PD o spariti nel nulla). Cambia qualcosa? Non tanto, non è che si può mettersi comodi sulla riva del fiume ed aspettare di vedere passare i cadaveri perché intanto molti danni vengono perpetrati.

giovedì 2 giugno 2022

INTIMITÀ

 Così, stasera ho chiuso il libro e ho pensato che dovevo scriverlo. Ma non so come scriverlo.

Ecco, per cominciare il libro che ho finito appena di leggere è “L’ultima intervista” di Eshkol Nevo. È il quarto libro che leggo di Eshkol Nevo, ho iniziato con “Tre piani” per l’eco che ha avuto per il film di Moretti, che non mi è piaciuto per niente, mentre il libro mi è piaciuto. E ho proseguito nel suo percorso di scrittura - ho amato sopra tutti “Nostalgia”. Mi piace Nevo, scrittore israeliano, perché porta l’impronta fantastica che spesso possiedono gli scrittori israeliani, sopra a tutti Yehoshua, che niente altro è se non la capacità di parlarti. Le storie sono vive, reali, e qualcuno te le racconta a tutto tondo e con grazia, con empatia.

Ma con quest’ultimo libro, un libro particolare anche come idea di costruzione e trama (con tratti di furbizia che non esito a riconoscere, ma non fanno la differenza) è stato molto di più. Quasi non oso dirlo, ma è stata un’esperienza che non posso che definire, con stupore, INTIMA.  La percezione netta che la voce del libro fosse la voce di un carissimo amico, che parlassimo di fatti e sensazioni ben note, che avevamo già condiviso, forse con echi di altre cose di cui avevamo già parlato, di esperienze vissute con molta vicinanza, di serate insieme, di particolari sintonie tra noi. Come se ci fossimo scelti, trovati, consolati, scaldati. Solo un’altra volta, nella mia lunga frequentazione di libri, ricordo un’esperienza simile, tantissimi anni fa, con Pavese e “Il mestiere di vivere” ma allora era stata un’esperienza più seria, più dolorosa, anche se non meno appassionata. Con Eshkol Nevo è stato più piacevole, più lento e leggero, più vitale, più quotidiano, un soffio gentile, un innamoramento tangibile e diretto. 

Insomma, devo scriverlo, ma non so come scriverlo. Diciamo solo così: chiuso il libro, mi manca già immensamente la sua voce.

mercoledì 1 giugno 2022

NOI SIAMO SEMI

“ Hanno tentato di seppellirci. Non sapevano che noi siamo semi”. (Proverbio messicano)

In molte parti del mondo cercano ancora di seppellirci, calando su di noi le cortine di vesti, veli, regolamentazioni su come dobbiamo comportarci e su cosa dobbiamo fare del nostro corpo, fino ad annullare la nostra vita nel sangue e nella violenza. Non ce la faranno. Noi siamo semi e rinasciamo sempre. E abbiamo anche imparato, seppur mai abbastanza, a combattere.