Ho pensato un po’ prima di costruirmi un senso di questo nuovo governo Draghi. La vicenda è stata davvero ansiogena e con contorni inediti di grande rischio. Un governo che vivacchiava con i due partiti principali che lo sostenevano anche loro a vivacchiare, con i loro equilibri a questo punto consolidati, gli scogli da aggirare, le decisioni da non prendere per non turbare l’equilibrio.
Arriva poi Pinocchio, fa le bizze, pesta i piedi, allarga l’ego, ma in questa rottura di equilibrio dice anche cose vere, chiede e nomina gli scogli, a costo di far correre all’Italia l’enorme rischio di elezioni anticipate e il Buon Nonno lo contiene tirando fuori dal cappello l’Uomo della Provvidenza, il Capace.
E arriva Draghi, di lui mi piace davvero tutto, il silenzio, l’accento british, l’eloquio da liceo classico, la ritrosia, la moglie nobile, la competenza che si trasforma per noi profani in sicurezza e in lui in pacatezza. Mi piace e molto il suo programma, purtroppo di alcune cose colgo solo la superficie, ma delle cose di cui capisco (i sostegni per i figli, le politiche attive del lavoro, la sanità, la pubblica amministrazione, la scuola, l’appartenenza all’Europa e non solo alla sua moneta) colgo la sensatezza, la concretezza, persino (con moderazione) il sentore dolce della comunione con i miei intendimenti e valori. E’ come il passaggio dalla scienza pre-Galileo, che si occupava di costruire teorie ed enunciati sulla letteratura precedente, alla scienza post Galileo che si basava sull’osservazione empirica, il ragionamento, la validazione. Dico sommessamente che forse sulle politiche sociali di sostegno alla povertà e alla fragilità non c’è granchè nel programma e che i ministeri della disabilità e dei giovani sono un vecchio modo di intendere il welfare, ma spero che qualche esperto venga messo al lavoro per colmare questa lacuna. Il welfare è notoriamente motore di sviluppo e non è solo connesso alle politiche di genere.
Molti lupi ululano su varie cose, ma sostanzialmente credo soprattutto sul tema “prima gli italiani” (e a culo tutto il resto) vs “nessuno si salva da solo” (specialmente gli italiani). Poi ci sono ululati minori di cui spero, anzi credo, che Draghi non si curerà (penso per esempio anche con un certo divertimento e malignità alla corporazione dei giornalisti e sul loro parlare di tutto ciò che i politici ruttano ed eruttano e a quanto rumineranno amaro sulla scarsità di dichiarazioni del premier).
Mi rimane una preoccupazione e non è nemmeno purtroppo una preoccupazione secondaria. I partiti sono tramortiti e squassati, ma ci sono ancora – sono addirittura ancora là gli esponenti fallimentari di questi partiti e devono continuare a sostenere Draghi. Al momento sono così messi male che Draghi li tiene (con rispetto parlando) per le palle, costringendoli a giravolte che sembravano impossibili fino a poco tempo fa (i Cinquestelle che si alleano con il Banchiere, i Leghisti che si ritrovano europeisti, i PDdini che ancora si chiedono – come prima, ma adesso è sotto gli occhi di tutti – che cosa significhi essere di sinistra e se ce l’ha più lungo la sinistra ex Popolari o la sinistra ex PCI/PDS/DS). Mi chiedo quanto ci metteranno a realizzare pienamente che controllare le risorse di Next Generation EU significa direzionare la spesa sui propri interessi di potere e consenso e che Draghi e i ministri tecnici sono sì fuori dalla politica ma non tanto ricattabili né proni a farsi fare fessi. E ho una preoccupazione molto maggiore: questi partiti sono lo specchio di come è messa l’Italia moralmente e culturalmente (non mi pronuncio sull’economicamente, mi sembra in realtà che l’Italia sia messa meglio economicamente che moralmente e culturalmente, ma non ne so abbastanza) e c’è certamente una parte di Italia solida, competente, onesta e produttiva che vede le cose con lucidità e anche con una certa lungimiranza, ma finora è sembrata prevalente l’Italia stracciona, ignorante, priva di visione oltre la soglia di casa propria, mafiosa. Questa Italia non sparisce, è lì, la sento blaterare nei bar, nei supermercati, nei talk show televisivi con un rumore di sottofondo al momento in tono minore, ma domani non so – non sarà sufficiente Draghi per fare sponda, tutti noi siamo chiamati alla vigilanza e alla cooperazione attiva.
Incrociamo le dita, intanto e buon lavoro al Capace.