giovedì 10 dicembre 2020

GERARCHIE DI DECISIONI

 La mia (bellissima) figlia aspetta una bambina e quindi con speranza ed incontenibile gioia diventeremo nonni all’inizio di aprile. Anna è tornata questa settimana perché per Natale lo slalom tra le restrizioni da COVID-19 italiane e quelle svizzere è veramente troppo acrobatico e ieri sera tutti e quattro intorno al fuoco un poco anestetizzante della stufa a legna chiacchieravamo pigramente. Come è ovvio, un po’ di immaginazione sul futuro cucciolo porta tutta una serie di questioni correlate: l’asilo nido, per esempio e la questione PRINCIPE che ha posto la nonna (con signorile nonchalance) “Avete pensato al nome?” 

La mia alta e longilinea figlia, stravaccata sulla poltrona con le lunghe gambe posate sui braccioli e il naso dentro Topolino, ha risposto distratta “No, no, al momento stiamo decidendo il cognome!” 

Allo stupore nel consesso familiare ha reagito precisando che in Svizzera se non si è sposati il bambino può prendere indifferentemente il cognome del padre o della madre. 

In effetti, c’è una gerarchia di decisioni da prendere: prima il cognome del nome.

(PS la questione ha un po’ spaccato l’uditorio - la parte femminile, l’Anna ed io, piuttosto tiepida sulla scelta del cognome. La parte maschile, Roberto e Luigi, nettamente schierata su Ranieri. Interessante la motivazione di Luigi “Ma come, è una conquista per le donne, no?”)

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