domenica 23 agosto 2020

RIFLESSIONE SUI FIGLI

 Ho trovato questi su FB - purtroppo non è citata la fonte, si dice solo che è la “riflessione di una famosa scrittrice”. Ma l’ho copiaincollato perché mi è piaciuto.      

"E’ partito dalla casa sull’isola il figlio con la bella compagna e la figlia della bella compagna ( una dodicenne cortese e collaborativa, guardata perciò dagli adulti come un fenomeno). Li hai  accompagnati alla nave notturna, quasi in silenzio, sotto un cielo pesante di stelle. Camminando dal porto verso casa, pensavi alla delicata mostruosità dell’essere madri. E’ qualcosa che accade quando hai 25 anni ...ma dura per sempre. E tu attraversi tutte le età della vita con questa ossessione del benessere dell’altro, del figlio, della figlia.

Facile, finchè sono bambini. E più sono bambini più è facile: la maggior parte dei loro desideri ti riguarda, i loro bisogni li soddisfi prima che possano trasformarsi in sofferenza. Devono stare caldi, stare freschi, essere sazi, essere comodi, essere puliti, essere idratati, riposarsi, essere abbracciati, essere protetti, essere stimolati, essere coccolati, essere divertiti, non aver paura, non sentirsi soli...

L’affare si complica quando sono ragazzi: devi proteggerli  senza che se ne accorgano,  nutrirli senza presentare il conto ( ore lavoro, frigorifero svaligiato da bande di coetanei feroci), educarli senza essere pallosa, limitarli senza essere repressiva, aspettarli fino alle due di notte senza schiattare d’ansia, esserci tutte le volte che hanno bisogno di te e scomparire tutte le volte che hanno bisogno di cavarsela da soli.

Arduo, ma non impossibile.

Diventa impossibile recitare il ruolo quando i figli sono adulti. Se sono preoccupati per come va il mondo non puoi consolarli senza mentire. In genere hanno ragione.Se sono preoccupati per qualcosa che riguarda la loro vita , ti fai mille problemi: sarò intrusiva? sarò indelicata? Sarò  chioccia? Se sono felici ( nei limiti del possibile, data la condizione umana) te li guardi contenta da lontano, sperando che duri. 

Vorresti, la sera, a cena, dopo un tot di bicchieri di prosecco, giocarti la carta dell’amicizia, regredire a simpatico anfitrione, ma non è semplice, trasudi amore e nostalgia per quando erano piccoli, i figli adulti, e tutti i giorni compravi per loro una biglia, un pacchetto di figurine, un libricino.

E’ uno degli ambigui regali della vacanza estiva questo ritorno di convivenza con ex bambini che sfiorano la quarantina.

Non ci coabiti da più di 20 anni, e improvvisamente eccoli lì, intelligenti scocciati e consapevoli, come “ i grandi”. Scopri che cucinano molto meglio di te, sono più informati, più spiritosi, più sagaci...perfino il romanzo che stanno scrivendo, nei pochi ritagli di tempo, ti pare più bello del tuo. E la cosa più buffa è che ne sei entusiasta, come per un compimento. E ti senti idiota...cioè, irreparabilmente: una madre."

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