giovedì 26 aprile 2018

DE SENECTUTE - CREATIVITÀ E GENERATIVITÀ (LA VOCE)

(da Francesca Rigotti, De senectute, Einaudi, 2018)

(Socrate/Platone) le donne godono della creatività fisica, possono procreare, gli uomini della creatività spirituale, possono creare, anzi (Simposio) gli uomini, e soltanto loro, godono della doppia creatività. Ci sono due modi in cui i maschi possono essere gravidi: katà tà sòmata - secondo il corpo e katà tà psychén -secondo l’anima. Alcuni uomini preferiscono il primo tipo di fecondità, generano una prole e si perpetuano nei figli, cioè nei frutti del loro corpo; altri preferiscono il secondo e si perpetuano nel pensiero, nella saggezza e nella giustizia, cioè nei frutti dell’anima. In entrambi i casi si raggiungono forme di immortalità: una avviene attraverso la generazione dei corpi, l’altra tramite la generazione dello spirito. Il primo tipo di procreazione avviene, però, al maschile, in relazione alla specie: con la riproduzione della specie le città fioriscono e la specie umana si prolunga senza fine nel tempo. La procreazione dei singoli è invece compito delle donne.
Il modello mentale teorizza che gli uomini non possono mettere al mondo figli di carne cosí come le donne non possono partorire figli di carta. UNA IDIOZIA , ovviamente, ma che tocco con mano quando se si discute tra amici di politica le donne tendono a sottrarsi o ad essere sottovalutate, come se fossero portatrici di una voce più debole.
Le donne in età da nonne che ne hanno il tempo e l’agio devono soltanto (ma non è poco!) trovare la molla, la spinta per agire e pensare con passione creativa, mettendo al mondo le proprie idee o aiutando altri a farlo, senza però limitarsi al ruolo di levatrici di pensiero altrui. Importante è continuare a seguire fini che danno senso alla vita, importante è essere creativi o creative scrivendo un libro, tenendo un diario (o un blog?) o facendo un viaggio o una torta, conservare passioni e compassioni; importante e bello è ricordare il passato, ispezionandolo e riflettendo sulla propria vita, con molta moderazione, però, senza permettergli di occupare tutto lo spazio della mente. Il ricordo è come il cammino della talpa che scava il passato e lo porta fuori, nel presente:dalla combinazione tra osservazioni sul presente e ricordi del passato emerge una ricchezza creativa e interpretativa di cui può godere soltanto chi ha molto passato da comparare con il presente.
La tradizione vuole la donna creativa canora, corporea e impolitica, creativa sensuale ed emozionale che recita, canta e danza e al più abbellisce il discorso razionale maschile su temi importanti. Che fare  della voce della donna vecchia, la voce della Sibilla, se non potrà cantare?
Raccontare se stesse con la propria voce, articolandola in forma di parole proprie, orali e scritte, per dire chi si è, cosa che le donne già sanno fare abbastanza bene, e che cosa sono le cose, capacità che invece si autoattribuiscono gli uomini- questo sí che si può fare, come si può trattenere la propria voce e dar luogo al silenzio, non al silenzio che opprime e soffoca la voce ma a quello caldo e ovattato che le fa da ricettacolo. La voce delle donne vecchie può articolarsi in mille modi, sino alla formalizzazione del pensiero razionale, il logos, e del pensiero politico con il suo pathos - una voce per affermare, oltre che i diritti degli altri, i diritti dei vecchi e i diritti delle vecchie.




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