venerdì 28 novembre 2014

CATALOGO DELLE AZIONI COMBATTENTI 1

E allora affrontiamo con coraggio la sfida di analizzare in che modo combattere. Forse un piccolo catalogo di azioni combattenti si può osare immaginarlo? ( non le ho chiamate azioni militanti, perchè la militanza richiama immediatamente i partiti e qui davvero non c'entrano).
La prima azione di combattimento che mi viene in mente è resistere alla semplificazione, rimandare costantemente alla complessità che permea il nostro tempo.
Questo presuppone sicuramente avere ed essersi creati gli strumenti per vedere la complessità, presuppone avere avuto possibilità di studiare, ma anche una vita aperta, "avventurosa", curiosa, avere visto/letto/sperimentato molteplici punti di vista, presuppone l'avidità per le storie, per quel mix complesso di razionalità e sentimenti che sono le storie.
Come in ogni catalogo che si rispetti, però, non ci si può esimere dall'esempio concreto, per farsi capire. Ovviamente, l'esempio perfetto lo consegna la cronaca di questi giorni, ed è l'art.18, alternativamente " causa di tutti i mali" o "principio irrinunciabile", ma tanti altri esempi potrei usare. Come ho ripetutamente già detto, però, preferisco le piccole azioni combattenti ai massimi sistemi della politica - quelli, li si può travolgere, a mio avviso, con miriadi di piccole azioni combattenti. Quindi, una piccola storia.
Abbiamo faticosamente ( nel 2009) aperto uno sportello pubblico sulle assistenti familiari, (termine politically correct per dire "badanti"), dove facciamo formazione alle stesse, offriamo alle famiglie un servizio di valutazione dei loro bisogni, abbinamento con un'assistente familiare, consulenza amministrativa alla stipula dei contratti e, ultimo sevizio implementato, tutoring all'inserimento dell'assistente familiare in famiglia (cioè verifica degli andamenti, degli eventuali problemi, suggerimenti migliorativi all'assistenza, magari correlati a formazione specifica della badante). È stato un servizio molto difficile da aprire e portare avanti, perchè il tema si presta ad infinite semplificazioni e ideologizzazioni ( per dirne una i sindacati ci hanno fatto la guerra). L'asse portante su cui ci siamo mossi riguarda comunque la maggiore tutela possibile agli anziani assistiti, alle loro famiglie e a queste curanti che arrivano da lontano.
Recentemente, ad una verifica condotta sul servizio di tutoring, è venuto fuori il tema di come si devono comportare in presenza di situazioni di irregolarità ( badante clandestina e/o non contrattualizzata), percepite, perchè il mandato è che il nostro è un servizio sull'anziano e non  il controllo dell'ispettorato sul lavoro. Una linea di pensiero era non effettuare il tutoring e andarsene - semplice e lineare. Combattendo la semplificazione, però,  si riflette che sono invece proprio queste situazioni ad avere maggiormente bisogno del nostro servizio professionale e che quell'anziano in questa situazione, incolpevole, ha comunque bisogno di buona / decente assistenza e quell'assistente familiare di formazione. Complessità e molteplicità di punti di vista - rivoluzionario, no?




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