Non posso sottrarmi a commentare la notizia del giorno, è vero, che tra l'altro ci tocca così da vicino, ovvero il risultato delle elezioni regionali in Emilia-Romagna. Un risultato complesso, in cui ognuno vede riflessi i propri fantasmi.
Ho sentito alcuni che vedono nell'astensionismo il risultato di anni di disaffezione alla politica, altri che invece puntano il dito sulla figuraccia di Errani e sulle spese dei suoi consiglieri (41 su 50 indagati), altri che lamentano la scarsa informazione per il mancato traino di altre elezioni, altri che addebitano lo stare a casa della gente allo scarso appeal di elezioni con un risultato già scontato, perfino il perfetto vuoto pneumatico che risponde al nome di Stefano Bonaccini è stato valutato. Proabilmente hanno tutti ragione e il risultato come sempre è complesso, come molte delle cose che investono questo mondo post moderno.
Ho sentito reazioni molto forti ( i fantasmi) a questo sgretolarsi che ci circonda, al delirio che ci attanaglia, alla desertificazione che questo paese sta sperimentando, nei suoi capannoni chiusi, nei legami sociali disintegrati, nella classe dirigente inesistente, nei partiti liquefatti. Ci si aspetta che qualcuno prenda la colpa (ma quando mai?), che qualcuno ci "salvi" - non accadrà.
Qual è il mio fantasma? Il senso di colpa. Come abbiamo potuto permettere che accadesse? Come mai noi, che eravamo le migliori menti della nostra generazione un attimo fa, abbiamo potuto permettere che accadesse?
Non so se esista una risposta collettiva, ma posso dare la mia personale - ero troppo occupata. Prima con lo studio, poi con l'amore, poi con i figli e la carriera e tutte le mie menate, i libri, i viaggi, le lingue, la cucina e il cibo, gli amici, i fiori... Eppure avevo visto le nubi temporalesche, da anni con fervore mi sono scagliata contro un certo tipo di Realpolitik (funziona così perchè funziona così e tu sei alternativamente un'ingenua, un'invidiosa, un'illusa pericolosa, una perdente insomma, che non ha mai capito come va il mondo) sostenuta invece da amici che ora desolatamente si lamentano delle macerie, da anni su singoli pezzi di società ( in particolare i partiti, che sono sempre per me stati oggetto di interesse) sapevo lucidamente dove si stava andando. Ma è come se mi fossi rifiutata a lungo di mettere insieme i pezzi, occupata a costruire la mia vita in tutti i suoi aspetti e incapace di vedere il disastro compiutamente e soprattutto di assumerne responsabilità. Alcuni dicono che ci hanno impedito di intervenire. Ma chi? La mafia, i poteri forti o il nostro ( mio in questo caso) cattivo rapporto con lo sporco potere, con il lavoro necessario ( ingrato, oscuro e pericoloso, che sporcava le nostre anime belle) per diventare classe dirigente come eravamo chiamati a fare, al netto dei familismi e delle piccole mafie?
Oggi, almeno in me, rimane il senso di colpa e un paese in macerie dove i capannoni sono vuoti ( ne abbiamo anche costruiti troppi, consumando la terra), le persone sole e disperate, gli scandali all'ordine del giorno, la meritocrazia sempre più dimenticata, il bene pubblico un'utopia più che una solida realtà e noi sempre qui ad aspettare l'uomo forte che ci salverà.
Cosa faccio? Resisto, in prima linea ogni giorno, per quello che posso e a questo punto un po' posso, combatto la semplificazione, il pressapochismo, la mafia. Ho allevato due figli cui ho cercato di dare amore, ma anche strumenti di analisi e resilienza. Sostengo Renzi senza essere renziana perchè, non sempre, nomina dei problemi finora indicibili. Assumo il senso di colpa, ma questo non mi esime dal dover combattere, ogni giorno, su ogni cosa anche piccola, anzi soprattutto sulle piccole cose, che insieme sono valanga. Vivere ci tocca.