venerdì 28 novembre 2014

IN MORTE DI PD JAMES

Muore la mia giallista preferita, a 94 anni, di cui avevo già parlato in un post di marzo. Purtroppo non potrò più aspettarmi un nuovo libro dell'ispettore Dalgliesh per passare qualche ora in sua compagnia e non la immaginerò più, anziana signora inglese, nella sua bella casa piena di fiori a scrivere le sue storie con una penna di pregio. Sarò, appena un pochino, un po' più sola.

CATALOGO DELLE AZIONI COMBATTENTI 1

E allora affrontiamo con coraggio la sfida di analizzare in che modo combattere. Forse un piccolo catalogo di azioni combattenti si può osare immaginarlo? ( non le ho chiamate azioni militanti, perchè la militanza richiama immediatamente i partiti e qui davvero non c'entrano).
La prima azione di combattimento che mi viene in mente è resistere alla semplificazione, rimandare costantemente alla complessità che permea il nostro tempo.
Questo presuppone sicuramente avere ed essersi creati gli strumenti per vedere la complessità, presuppone avere avuto possibilità di studiare, ma anche una vita aperta, "avventurosa", curiosa, avere visto/letto/sperimentato molteplici punti di vista, presuppone l'avidità per le storie, per quel mix complesso di razionalità e sentimenti che sono le storie.
Come in ogni catalogo che si rispetti, però, non ci si può esimere dall'esempio concreto, per farsi capire. Ovviamente, l'esempio perfetto lo consegna la cronaca di questi giorni, ed è l'art.18, alternativamente " causa di tutti i mali" o "principio irrinunciabile", ma tanti altri esempi potrei usare. Come ho ripetutamente già detto, però, preferisco le piccole azioni combattenti ai massimi sistemi della politica - quelli, li si può travolgere, a mio avviso, con miriadi di piccole azioni combattenti. Quindi, una piccola storia.
Abbiamo faticosamente ( nel 2009) aperto uno sportello pubblico sulle assistenti familiari, (termine politically correct per dire "badanti"), dove facciamo formazione alle stesse, offriamo alle famiglie un servizio di valutazione dei loro bisogni, abbinamento con un'assistente familiare, consulenza amministrativa alla stipula dei contratti e, ultimo sevizio implementato, tutoring all'inserimento dell'assistente familiare in famiglia (cioè verifica degli andamenti, degli eventuali problemi, suggerimenti migliorativi all'assistenza, magari correlati a formazione specifica della badante). È stato un servizio molto difficile da aprire e portare avanti, perchè il tema si presta ad infinite semplificazioni e ideologizzazioni ( per dirne una i sindacati ci hanno fatto la guerra). L'asse portante su cui ci siamo mossi riguarda comunque la maggiore tutela possibile agli anziani assistiti, alle loro famiglie e a queste curanti che arrivano da lontano.
Recentemente, ad una verifica condotta sul servizio di tutoring, è venuto fuori il tema di come si devono comportare in presenza di situazioni di irregolarità ( badante clandestina e/o non contrattualizzata), percepite, perchè il mandato è che il nostro è un servizio sull'anziano e non  il controllo dell'ispettorato sul lavoro. Una linea di pensiero era non effettuare il tutoring e andarsene - semplice e lineare. Combattendo la semplificazione, però,  si riflette che sono invece proprio queste situazioni ad avere maggiormente bisogno del nostro servizio professionale e che quell'anziano in questa situazione, incolpevole, ha comunque bisogno di buona / decente assistenza e quell'assistente familiare di formazione. Complessità e molteplicità di punti di vista - rivoluzionario, no?




martedì 25 novembre 2014

SENSO DI COLPA ED ELEZIONI

Non posso sottrarmi a commentare la notizia del giorno, è vero, che tra l'altro ci tocca così da vicino, ovvero il risultato delle elezioni regionali in Emilia-Romagna.  Un risultato complesso, in cui ognuno vede riflessi i propri fantasmi.
Ho sentito alcuni che vedono nell'astensionismo il risultato di anni di disaffezione alla politica, altri che invece puntano il dito sulla figuraccia di Errani e sulle spese dei suoi consiglieri (41 su 50 indagati), altri che lamentano la scarsa informazione per il mancato traino di altre elezioni, altri che addebitano lo stare a casa della gente allo scarso appeal di elezioni con un risultato già scontato, perfino il perfetto vuoto pneumatico che risponde al nome di Stefano Bonaccini è stato valutato. Proabilmente hanno tutti ragione e il risultato come sempre è complesso, come molte delle cose che investono questo mondo post moderno.
Ho sentito reazioni molto forti ( i fantasmi) a questo sgretolarsi che ci circonda, al delirio che ci attanaglia, alla desertificazione che questo paese sta sperimentando, nei suoi capannoni chiusi, nei legami sociali disintegrati, nella classe dirigente inesistente, nei partiti liquefatti. Ci si aspetta che qualcuno prenda la colpa (ma quando mai?), che qualcuno ci "salvi"  - non accadrà.
Qual è il mio fantasma? Il senso di colpa. Come abbiamo potuto permettere che accadesse? Come mai noi, che eravamo le migliori menti della nostra generazione un attimo fa, abbiamo potuto permettere che accadesse?
Non so se esista una risposta collettiva, ma posso dare la mia personale - ero troppo occupata. Prima con lo studio, poi con l'amore, poi con i figli e la carriera e tutte le mie menate, i libri, i viaggi, le lingue, la cucina e il cibo, gli amici, i fiori... Eppure avevo visto le nubi temporalesche, da anni con fervore mi sono scagliata contro un certo tipo di Realpolitik (funziona così perchè funziona così e tu sei alternativamente un'ingenua, un'invidiosa, un'illusa pericolosa, una perdente insomma,  che non ha mai capito come va il mondo) sostenuta invece da amici che ora desolatamente si lamentano delle macerie, da anni su singoli pezzi di società ( in particolare i partiti, che sono sempre per me stati oggetto di interesse) sapevo lucidamente dove si stava andando. Ma è come se mi fossi rifiutata a lungo di mettere insieme i pezzi, occupata a costruire la mia vita in tutti i suoi aspetti e incapace di vedere il disastro compiutamente e soprattutto di assumerne responsabilità. Alcuni dicono che ci hanno impedito di intervenire. Ma chi? La mafia, i poteri forti o il nostro ( mio in questo caso) cattivo rapporto con lo sporco potere, con il lavoro necessario ( ingrato, oscuro e pericoloso, che sporcava le nostre anime belle) per diventare classe dirigente come eravamo chiamati a fare, al netto dei familismi e delle piccole mafie?
Oggi, almeno in me, rimane il senso di colpa e un paese in macerie dove i capannoni sono vuoti ( ne abbiamo anche costruiti troppi, consumando la terra), le persone sole e disperate, gli scandali all'ordine del giorno, la meritocrazia sempre più dimenticata, il bene pubblico un'utopia più che una solida realtà e noi sempre qui ad aspettare l'uomo forte che ci salverà.
Cosa faccio? Resisto, in prima linea ogni giorno, per quello che posso e a questo punto un po' posso, combatto la semplificazione, il pressapochismo, la mafia. Ho allevato due figli cui ho cercato di dare amore, ma anche strumenti di analisi e resilienza. Sostengo Renzi senza essere renziana perchè, non sempre, nomina dei problemi finora indicibili. Assumo il senso di colpa, ma questo non mi esime dal dover combattere, ogni giorno, su ogni cosa anche piccola, anzi soprattutto sulle piccole cose, che insieme sono valanga. Vivere ci tocca.

domenica 23 novembre 2014

COsa succede: brave, belle e intelligenti?


http://video.corriere.it/moretti-noi-politiche-stile-lady-like-oltre-che-brave-intelligenti-anche-belle/f8977f76-6e84-11e4-8e96-e05d8d48a732


Povere noi, ci tocca subire il sessismo anche da donne inconsistenti, compunte, insicure, così secchione da essere "risibili" ( cito Cacciari, l'aggettivo non è mio, ma mi è piaciuto).
Povera me che non vado mai dall'estetista, che ho i capelli grigi che natura mi ha dato e che non ho gli occhi blu (correre corro, tutto il giorno, per conciliare questa scelta di non rinuciare a niente, nè ai figli, nè alla carriera, nè alle cose e persone che amo, però non corro "giusta") - non avrò mai successo nella vita. Pazienza, almeno c'è la Moretti a divertirmi.
Ricordo, nell'assordante silenzio di tutto il PD, uomini e donne, che pure si batte (oh, come si batte!) contro il sessismo.

lunedì 3 novembre 2014

LEGGERA COME UN PETALO, CAUSTICA COME UN PEPERONCINO


> L'amaca di Michele Serra del 1 novembre 2014

C I VOLEVA Eduardo perché un'aula della politica — il Senato — assumesse, almeno per poche ore, l'aspetto di una comunità raccolta, silenziosa, unita. Nessun berlusconiano si è alzato per dire che con la cultura non si mangia. Nessun renziano ha rivendicato al governo il merito di avere versato ottanta euro cadauno ai figli di Filumena Marturano. Nessuno della Lega ha gridato "Forza Vesuvio". Nessuno dei Cinque Stelle ha accusato Eduardo di essere stato favorito dalla lobby del Banco di Napoli a scapito di altri meritevoli commediografi operanti sul web. Nessuno della minoranza del Pd oppure di Sel ha protestato perché la commemorazione di Eduardo non era stata concordata anche con la Fiom. Nessuno del Nuovo Centro Destra si è sentito in dovere di difendere Alfano. E nessuno della SVP ha chiesto chiarimenti sulla mancanza di traduzione simultanea in tedesco mentre Lina Sastri recitava la scena madre di Filumena. Tutti zitti e tutti seduti, e tutti sembravano emozionati anche a nome nostro. Non c'eravamo e avremmo voluto esserci, ma ci siamo sentiti, una volta tanto, rappresentati dai rappresentanti. E c'è ancora chi si chiede a cosa serve la cultura, a cosa l'arte.


Magistrale questa amaca, un po' amara, un po' ironica, leggera come un petalo, caustica come un peperoncino. La condivido per chi se la fosse persa.
E poi ci si chiede a cosa servono gli intellettuali... A vedere e mostrare, ecco