sabato 22 giugno 2024

LE FAVE SE NE FREGAVANO

 Solo poco tempo fa (ho controllato, il post è del 29 aprile) le fave se ne fregavano del cattivo tempo e delle avversitá e si ergevano audaci e verdissime. Oggi invece, a fine ciclo, erano piegate, marroncine, ormai esaurite. Se ne fregavano, ma ora non più.





Nel guardarle (le ho avute parecchio sott’occhio perchè ho raccolto una montagna di fagiolini) mi ha sfiorato un cattivo pensiero: anche noi, ventenni, trentenni, quarantenni, cinquantenni, ce ne fregavamo, ci ergevamo dritti e vigorosi anche nel maltempo. E anche noi, sempre in un attimo, cominciamo ora ad avvizzirci, a seccare, a piegarsi su noi stessi.

Non un bel pensiero - cercherò di dimenticarlo…

venerdì 7 giugno 2024

BIBLIOTECA

 Umberto Eco, che possedeva 50.000 libri, disse questo sulle biblioteche domestiche:


"È sciocco pensare di dover leggere tutti i libri che compri, come è sciocco criticare chi compra più libri di quanti ne potrà mai leggere. Sarebbe come dire che dovresti usare tutte le posate o occhiali, cacciaviti o punte da trapano acquistati prima di acquistarne di nuovi.

Ci sono cose nella vita di cui abbiamo bisogno di avere sempre scorte in abbondanza, anche se ne utilizzeremo solo una piccola parte.

Se, ad esempio, consideriamo i libri come una medicina, capiamo che è bene averne tanti in casa piuttosto che pochi: quando vuoi stare meglio, allora vai all' 'armadio dei medicinali' e scegli un libro, uno a caso, ma il libro giusto per quel momento. Ecco perché dovresti sempre averne una scelta nutriente!

Chi compra un solo libro, legge solo quello e poi se ne sbarazza. Applica semplicemente ai libri la mentalità consumistica, cioè li considera un prodotto di consumo, un bene. Chi ama i libri sa che un libro è tutt'altro che una merce."

domenica 2 giugno 2024

ANCHE CREATURE VENUSIANE….

 Ultime notizie dal mio orto. Buriana passata, tornato un tempo quasi decente (attese nuove piogge, qui al Nord Ovest, in settimana), uniche vittime irrecuperabili peperoni e melanzane. De profundis. Lutto breve. Subito sostituiti da nuove piantine, che se ne fregano di crescere laddove loro simili, appena ieri, agonizzarono e infine defunsero. Le zucche prosperano, le zucchine non ne parliamo, quelle sono capaci, come nelle favole, di crescere fino a bussare alla porta di casa, e senza dartene avviso. Le fave sono quasi pronte, bestie vigorose, una boscaglia piena di baccelli penzolanti, in settimana le raccogliamo e il classico connubio fave-pecorino consacrerà una tardiva primavera. Bene le fragole. Benino i pomodori. Mostruosi cardi, che avevo dimenticato ai margini, si ergono verso il cielo come creature venusiane. Forse troppo tardi per uso commestibile, potrebbero essere riciclati come armi improprie.

(Michele Serra, il Post,  OK Boomer, 27 maggio 2024)

le nostre fave sono pronte, e le sto sgranando per poi metterle in sacchetti a surgelare, pomodori in netta crescita, qualche cetriolo piccolino già raccolto e qualche peperone. L'estate è in partenza .....




IL CAFFE' DI TRAVERSO

 Mi alzo stamattina e scendo un po' rincoglionita nel mio pigiamino azzurro. Sono quasi le 8, Roberto è a lavorare in giardino da almeno un'ora, Gigi (oggi riparte, è stato "in visita" una settimana) ancora dormirà almeno un'ora, il sole splende e c'è un banana bread per incominciare bene la giornata.

Mentre traffico in cucina accendo la 7 Omnibus (Telemeloni mi ha privato di usufruire di Rai News 24, che era la mia fonte mattutina, specialmente a quest'ora c'è un programma guidato da una insopportabile e faziosa sovranista) condotto da Gaia Tortora che dà conto della giornata elettorale appena trascorsa, dove il peggio non ha ancora raschiato il fondo del barile. Si inizia con il comizio della Meloni, come sempre un capolavoro della commedia dell'assurdo (a voler essere inutilmente gentili) che riesce a coniugare attacchi di ogni tipo ad un vittimismo di balle e insulti e parolacce ("non mi si dica di stare ferma/zitta", ma chi te lo dice?, "ho rinunciato a tutto" leggi ad un bel macho ignorante e sottaniere, "votate per me" e non guardate che le mie idee e i miei alleati porteranno solo svantaggi all'Italia). Va beh, ho pensato, più truce del solito, ma ordinaria amministrazione.

Ancora più interessante il comizio Salvini-Vannacci con i leghisti di punta che si defilano (ma Zaia, Fedriga e Fontana, come mai siete lì e poi vi defilate? siate un po' più presenti a voi stessi, per favore), il flop di partecipazione (si stima circa 500 partecipanti ai piedi del palco, mentre la Lega aveva prenotato la piazza per 60.000, contate solo una decina di bandiere della Lega sventolate) e poi Vannacci che mette in ombra anche Salvini perché capace di spararle (addirittura) più grosse, fregandosene della verosimiglianza e della coerenza (ha imparato dal suo capo). E allora riferimenti ripetuti alla decima Mas, all'identità cristiana (ma specificando che non possiamo aprire le nostre case e condividere i nostri pasti) alla retorica e all'eroismo militaresco ("io mi sono trovato a combattere per l'Italia in ogni campo di combattimento di questa terra, Somalia, Ruanda, Yemen, Libia, Afghanistan, Costa D'Avorio...") audacemente coniugato con il pacifismo di oggi "mai un soldato italiano andrà a morire in Ucraina" e "l'Italia ripudia la guerra". Contraddizioni e incoerenze a valanga, nessun discorso logico e intelligente. Beh, anche questo già visto.

Ma a un certo punto del comizio parte la musica ed è Generale di Francesco de Gregori, la canzone più antiretorica e antimilitarista che ricordi. A quel punto mi va di traverso il caffè che stavo bevendo in quel momento, mi va su per il naso, lo spargo ovunque, un disastro.

Ripensandoci, però, non riesco a decidere se la causa sia stata un accesso di risa o un empito di rabbia. Non so, forse entrambi.