domenica 25 giugno 2023

LE ICONE CHE UNO SCEGLIE

 Questo piccolo episodio riguarda un vecchio amico, U. (per motivi che cercheró di spiegare lo chiameremo Ultras), che conosciamo da più di trentacinque anni - una vita fa, era uno dei fornitori della piccola impresa familiare (produzione di piantine di melone innestato) che avevamo allora.

Ultras non é facile da descrivere: nervoso, ultrareattivo, magrissimo, stressato, pieno di piccoli segreti e manie. (Un esempio: non ha Whatsapp - di questi tempi - e utilizza il Whatsapp della moglie - ipotizziamo che sia perché non vuole farsi intercettare. Altro esempio: per diversi anni non abbiamo saputo quanti anni aveva. Gli esempi sono innumerevoli). Persona intelligente, a tratti divertente, di livello culturale molto superiore all’ambiente che attualmente frequenta (per un paio d’ore ogni pomeriggio lui che da commerciante ha il telefono sempre acceso, compreso sabato, domenica, Pasqua e Natale, non é mai reperibile - ipotizziamo sia  perché legge libri e/o giornali) é particolarmente predisposto all’estremismo verbale e a coniare frasi iconiche e appellativi ironici e sintetici per determinate persone e/o situazioni. Qualche esempio? “Replicanti” per definire collaboratori molto fedeli, “Ranieridi” (da “Il giorno dei Trifidi”di John Wyndham) per definire i laboriosissimi cugini imprenditori agricoli di Roberto ecc. 

Di sé racconta un episodio in cui il suo commercialista facendo il bilancio dell’anno della sua azienda, gli chiede “Ma lei questo fatturato l’ha fatto veramente da solo?” E alla sua conferma commenta “Solo un genio o un pazzo possono fare questo fatturato da solo”. E lui risponde “Giusto, infatti io sono tutti e due”.

Potrei anche descrivere il mio primo incontro con lui. Avevo parlato più di una volta con lui e con sua moglie per telefono perché ci fornivano merce fondamentale per la nostra attività e sapevo che Ultras era (ed é tuttora perché nonostante abbia passato i 70 ovviamente non se ne parla di andare in pensione) un commerciante importante. Un giorno ho bisogno urgentemente di piccolissimi strumentini indispensabili a ció che facevamo (a centinaia) e quindi vado io stessa a prenderli alla loro sede. L’attivitá ha sede in un borgo del Mantovano, di medie dimensioni - per noi “di là da Po” (in Lombardia, passato il ponte sul Po). Quindi vado all’indirizzo e invece del capannone che mi aspetto (ho poi saputo che in realtá lo possedevano, appena fuori dal paese, ma non era la sede) trovo un negozietto vecchio e squallido, entro e non c’é nessuno, chiamo e sento una voce che parla nel retrobottega, avanzo verso un locale piuttosto buio e disadorno, senza finestre, e trovo Ultras inginocchiato per terra, in mezzo a sacchettini sparsi per terra, a decine, dei piccoli strumenti di plastica che ero andata a prendere, saluto e Ultras, appunto inginocchiato per terra, quasi senza vedermi, senza salutarmi, urla inviperito “Ecco, sono messo così, circondato da incapaci!” Continua così per qualche secondo, poi arriva la gentile e imperturbabile moglie che mi dá, senza dar segno di vedere o sentire il marito, il mio pacchetto di roba, la bolla e saluto e me ne vado, mentre Ultras sta ancora ululando al destino e all’ incapacità degli uomini.

Ultima annotazione: Ultras é uomo di sinistra, in terra leghista.

Veniamo a oggi. Oggi non lo sentiamo più tanto spesso, perché l’amicizia con lui é troppo faticosa da mantenere. Ogni tanto lo sente Roberto per questioni di business, in termini comunque amichevoli. La sua ultima sentenza iconica é stata ieri “Ho spostato il mio 25 Aprile al 12 Giugno, lo festeggio quel giorno lì “ (= Berlusconi 29 settembre 1936- 12 giugno 2023).

Dixit