Così, sono partiti.
Sono partite Anna e Olivia dopo lussuosi 11 giorni con noi, undici giorni passati a concentrarci su un viso e un corpo di bimba in continuo movimento e cambiamento, undici giorni in cui non abbiamo quasi mai cenato da soli, circondati da persone care che sono sfilate tutte qui da noi attratte dal magnete ormai raro di un bebè. Undici giorni in cui ero contenta di scendere dal letto per andare incontro al bel sorriso di mia figlia che mi accoglieva ai piedi delle scale, nonostante le sue notti fossero governate dal bisogno di cibo di una bebè sorridente ed in gran forma. Undici giorni ad ascoltare i progetti e le vite delle amiche dell’Anna - alcune le ricordo addirittura bambine, altre adolescenti, ora tutte bellissime giovani donne. Undici giorni bellissimi a cui è seguito un senso di vuoto, oltre alla solita nostalgia da mancanza. Mi sono anche chiesta perchè e ho pensato che era dovuto allo scioglimento di un coagulo d’amore, principalmente nostro, ma anche creato con le persone che sono venute, che ci ha tenuto legati e rallegrati e un po’ commossi in questi giorni. Il simbolo è questa foto di Olivia sul pavimento, in mezzo al circolo di noi che a piedi nudi chiacchieravamo sui divani e poltrone tutt’intorno e Olivia era felice di essere lì, al centro.
Poi mercoledì scorso sono andate e noi siamo rimasti qui, con il vuoto in mezzo a noi. La vita però riprende, con le sue routine e il suo scorrere. Che peccato!
E stamattina è partito Luigi per Parigi per i suoi cinque mesi di Erasmus - tutti con le dita incrociate perché questa volta vada tutto a buon fine. È partito contentissimo, con tanti progetti in vista, tra una settimana arriva anche Nina, la sua morosa, anche lei a Parigi per l’Erasmus (lui è partito prima per assecondare la sua passione e insieme la sua pazzia perché vuole usufruire di un corso intensivo di francese offerto agli studenti Erasmus - ed è stato collocato in C1 quindi il suo francese - e non ne dubitavamo - è più che buono. Addirittura, siccome la sua stanza nello studentato a Parigi è disponibile solo dal 1 settembre, si fa ospitare per tre notti da un suo amico cinese che gentilmente lo accoglie in un appartamento di 12 -dodici - mq e divide il letto con lui) e poi ha trovato molte attività interessanti da fare e addirittura spera di poter trovare un progetto di tirocinio (l’ultimo semestre della laurea magistrale, cioè quello primaverile, non ha esami ma è tutto dedicato al tirocinio propedeutico alla laurea) in un’azienda francese.
Dovrei esserci abituata, ma questa partenza mi è sembrata diversa dalle altre, forse perché la presenza di Gigi è stata molto più stabile ed intensa in casa da più di un anno a questa parte, con lezioni e studio nella sua camera alla sua grande scrivania, abbiamo pranzato quasi sempre insieme e chiacchierato molto. Ma penso che il motivo del groppo che ho in gola sia più “importante”. Per la prima volta ho percepito con nettezza che sta anche lui, come è giusto e sacrosanto, non solo partendo, ma spiccando il volo e che questa casa non è forse più il suo fulcro, ma altre lo diventeranno e lo aspettano da qualche parte nel mondo. Il distacco questa volta, per quanto ovviamente non definitivo, lo percepisco più netto che nelle altre partenze e so che è giusto, che deve essere così, ma ho il cuore gonfio di tristezza e mi sento più sola. Ma anche questa volta la vita riprenderà. Purtroppo non ho più la soluzione standard che applicavo in questi casi di restare a lavorare parecchio, visto che avevo la fortuna e la maledizione di avere un lavoro che non era mai completamente finito, ma mi riempirò la vita comunque di libri, del corso di Arte e di qualche altro corso interessante, cucinerò (ma per chi?), farò conserve, curerò la casa, farò finalmente un po’ di volontariato Covid permettendo, andrò da Olivia a bearmi delle sue smorfie, andrò spero a Kum! e a vedere quelle ville del Palladio che da tanto voglio visitare. Vivrò e bene - da totale privilegiata, ne sono consapevole. E quei bellissimi figli che sono stati il centro della mia vita rimarranno al centro dei miei pensieri e continueranno spero a raccontarmi la loro vita e a condividerne qualche pezzo nel cammino.
Intanto, non progettato ma un po’ per caso, esorcizzerò con Roberto questo momento di tristezza partendo. Stanotte prendiamo il traghetto da Livorno per Olbia per una settimana in Sardegna. Partono - e partiamo.