Rispetto all’acclarato (e all’unanimità) istinto da cane da pastore di Roberto, la nostra amica Maria (nonché compagna di classe e compagna mia di banco) ha ricordato un episodio di più di quarant’anni fa. Durante una delle nostre vacanze (Lipari, Grecia, Yugoslavia - i miei figli ridono quando mi sentono dire Yugoslavia…) tutte rigorosamente in giro con una grande tenda canadese da cinque che montavamo e rimontavamo quasi ogni giorno, sorretti dall’entusiasmo e dalla forza dei nostri vent’anni, ci siamo fermati in un grande campeggio. In genere montavamo rapidi la nostra casa temporanea, chi tirava su la tenda, chi piazzava i picchetti, chi impiantava il fornello e la cassetta delle provviste, chi gonfiava i materassini e metteva a posto i sacchi a pelo, chi faceva la salsa e chi metteva su l’acqua della pasta (l’acqua non bolliva mai nei fornellini da campeggio), chi montava il tavolo e apriva le sedie… si arrivava la sera, si mangiava e poi si rimaneva a chiacchierare (e a giocare a carte) fino a tardi attorno alla lampada da campeggio, eravamo davvero giovani, belli, abbronzati e felici.
Una notte, Maria si è svegliata per andare in bagno, dimenticandosi gli occhiali da vista in tenda e non osando tornare dentro per non svegliarci, è andata ai bagni che come sempre non erano vicini alla tenda e poi si è persa nel campeggio buio, vagando per un po’ senza più ritrovare la tenda. Cominciava a disperarsi, quando all’improvviso si è vista davanti nel buio una figura alta con una testa di ricci - Roberto - che l’ha ricondotta alla tenda.
Cos’era successo? Era successo che Roberto anche a vent’anni aveva il sonno leggerissimo e si era svegliato quando la Maria è uscita dalla tenda, poi il suo istinto da cane da pastore gli ha impedito di riaddormentarsi fino a che non fosse tornata e non vedendola tornare sempre il suo istinto da cane da pastore lo ha spinto ad andare a cercarla e “salvarla”.
Ancora adesso, raccontando la storia, Maria era stupita. Ma io no, lo conosco bene…




