lunedì 28 luglio 2025

LA VALIGIA DEL CICLISTA


 Ero tra i cinquemila ciclisti saliti fino al lago superiore di Fusine (sopra Tarvisio, estremo oriente italiano) per il concerto di Jovanotti. Rimontato in bici dopo una decina d’anni per l’affettuosa imposizione di mia moglie, che dalla bici non è mai smontata e pedala forte. Ho dovuto vincere il mio irriducibile disgusto per l’abbigliamento del ciclista, che riesce a trasformare in un ridicolo insaccato dai colori pacchiani anche giovanotte e giovanotti in forma, figuratevi me.


È stato bellissimo. Già la montagna è come se, di suo, rincivilisse chi la frequenta; poi il fatto di essere solo persone in bicicletta, di tutte le età compresi i bimbi piccoli trainati in quei fantastici carriolini coperti che mi fanno pentire di avere avuto tre anni negli anni Cinquanta, quando queste meraviglie non erano ancora state inventate e forse nemmeno il seggiolino da sistemare sul manubrio; poi la persona Lorenzo, in arte Jovanotti, che deve essere caduto da piccolo in un enorme alambicco dove si distillavano erbe benefiche, e irradia energia positiva da ogni poro e perfino da ogni frattura (visto che in bicicletta si è sbriciolato, un paio d’anni fa, per poi ricomporsi come nuovo); insomma per una somma di cose si è formata una comunità sorridente e contenta, sana e gentile, che respirava a pieni polmoni e cantava a gola spiegata racchiusa in una spettacolare chiostra di monti, roccia e conifere. E i prati verdissimi della montagna.
Eravamo nel punto di incontro tra le Alpi Carniche e le Giulie, nella porzione più orientale dell’arco immenso che parte dalla Costa Azzurra e arriva a digradare docilmente sull’Adriatico, inanellando un numero impressionante di popoli e di lingue diverse. Romanze, retroromanze, germaniche e slave. Sperando di non averne trascurata alcuna nella mia breve ispezione in rete: italiano, francese, occitano, francoprovenzale, ladino, tedesco, svizzero-tedesco, cimbro, mòcheno, walser, sloveno, friulano, resiano, più svariati dialetti regionali e idiomi di valle parlati da comunità ridottissime. Tutti differenti. Tutti alpini.

Le mie Alpi, quelle del cuore, sono le Marittime, dunque il vertice opposto dell’arco, molto più a occidente. Con forti tracce linguistiche occitane anche nei nomi delle montagne. Queste, le più orientali, non le conoscevo e le ho trovate bellissime, ospitali, ben custodite e a misura d’uomo. E con un fascino “politico” speciale che deriva dallo scioglimento di frontiere un tempo arcigne, segnate e ridisegnate dalla carneficina della Grande guerra, portatrici di divisioni etniche antiche, persecuzioni e ritorsioni, oppressioni e vendette.
Qui si incrociano Italia, Austria e Slovenia, eppure, ai nostri giorni, per accorgerti in quale Nazione stai pedalando, o camminando, devi affidarti a Google Maps oppure accorgerti del suono differente della chiamata telefonica. Chi dice che l’Unione Europea non serve a niente si sbaglia su almeno un punto, non trascurabile e anzi clamoroso: è servita ad annullare i confini interni, ad avvicinare popoli che si scannavano da generazioni, a sentirsi in un Ovunque multilingue, a passare tre giorni tra Tarvisio e Kranjska Gora senza che trovarsi in Italia o in Slovenia contasse alcunché.

Si chiama No Borders, del resto, il bel Festival, ormai trentennale, che ha ospitato il concerto montano di Jovanotti e tanti altri (Ben Harper, Mika, Lucio Corsi; il 2 agosto ci sarà Goran Bregovic, il 3 i Kings of Convenience). E dunque, a conti fatti, sperando non sia stucchevole questo mio resoconto: in mezzo alle Alpi, scavalcando confini e dimenticando frontiere, pedalando sereno tra pedalatori sereni, vedendo la pioggia allontanarsi poco prima del concerto, e il sole far brillare i prati e gli alberi, ascoltando buona musica (Jova è in grande forma, saggio come un senatore e saltellante come un ragazzino, il suo gruppo è sontuoso e Saturnino il suo profeta), si può perfino dimenticare di essere vestiti in modo ridicolo.
Volendo rendere un poco meno idilliaco il quadro. Se proprio in quel frangente ricevi un paio di telefonate su Gaza - come è possibile che nessuno faccia niente per Gaza, e noi che accidenti facciamo per Gaza, Gaza è una vergogna storica e noi ce l’avremo per sempre sulla coscienza; e tu sei con la tua bicicletta sulla riva di un lago alpino e ti è passata la voglia di vantartene; e a un centinaio di metri Jovanotti sta cantando L’ombelico del mondo e cinquemila cantano con lui: ti fai delle domande.

La risposta – forse – è che la condizione della nostra epoca, implacabilmente interconnessa, rende evidente (molto più evidente che in passato) che la felicità e il dolore, la libertà e la prostrazione, il benessere e la fame, sono spalmate, sulla faccia della Terra, senza un briciolo di equità. Non che mi sentissi in colpa – il senso di colpa è la più inutile delle zavorre. Certo, mi sono sentito faccia a faccia con la mia fortuna (“Sono un ragazzo fortunato”). Sono, siamo, nel novero degli scampati: quello attuale, almeno. Nel novero degli scampati. Al riparo dalla dannazione che è vita quotidiana di molti, a Gaza e non solamente.

I bambini, in mezzo al pubblico, erano belli e protetti. Incolumi per definizione. Ne ho visti un paio che dormivano, e i decibel gli passavano addosso senza sfiorarli. Ho pedalato in discesa con qualche affanno in più, rispetto alla salita. 

(Michele Serra, OK Boomer, il Post, oggi)

sabato 19 luglio 2025

EPPURE SOFFIA

 EPPURE SOFFIA (Pierangelo Bertoli                            

E l'acqua si riempie di schiuma, il cielo di fumiLa chimica lebbra distrugge la vita nei fiumiUccelli che volano a stento malati di morteIl freddo interesse alla vita ha sbarrato le porte
Un'isola intera ha trovato nel mare una tombaIl falso progresso ha voluto provare una bombaPoi pioggia che toglie la sete alla terra che è vivaInvece le porta la morte perché è radioattiva
Eppure il vento soffia ancoraSpruzza l'acqua alle navi sulla proraE sussurra canzoni tra le foglieBacia i fiori, li bacia e non li coglie
Un giorno il denaro ha scoperto la guerra mondiale.             Ha dato il suo putrido segno all'istinto bestialeHa ucciso, bruciato, distrutto in un triste rosarioE tutta la terra si è avvolta di un nero sudario
E presto la chiave nascosta di nuovi segretiCosì copriranno di fango persino i pianetiVorranno inquinare le stelle, la guerra tra i soliI crimini contro la vita li chiamano errori.                               
Eppure il vento soffia ancoraSpruzza l'acqua alle navi sulla proraE sussurra canzoni tra le foglieBacia i fiori, li bacia e non li coglie
Eppure sfiora le campagneAccarezza sui fianchi le montagneE scompiglia le donne fra i capelliCorre a gara in volo con gli uccelliEppure il vento soffia ancora



martedì 8 luglio 2025

APPRENDIMENTI CULTURALI

 Forse ho già detto che Anna (con Olivia) è andata a McCall (Idaho) per le nozze del suo “fratello” americano. Esattamente venti anni fa, infatti, Anna era partita con AFS/Intercultura per il suo anno di scambio, trascorrendo quasi un anno (l’anno della quarta liceo) ospite di una famiglia americana. Aveva 17 anni. La famiglia era composta di “padre”, “madre”, una “sorella” di un paio d’anni più giovane e un “fratello” coetaneo di Gigi (allora 7 anni). Era già tornata per il matrimonio della “sorella” un decina di anni fa. Ora la “sorella” ha tre bimbi maschi e si è sposato il “fratello”. Va a tutto merito della determinazione e dell’amore dell’Anna avere mantenuto in questi anni vivo un filo di affetto ininterrotto. 

Anna ed Olivia sono state una settimana a McCall e alla fine Anna ha condiviso queste brevi note molto interessanti sulla sua “famiglia”

(Corsivo di Anna)

Esperienza AFS, 20 anni dopo:

Olivia ed io abbiamo passato delle piacevoli giornate, circondati tutto il tempo di tanti amici e famigliari.

Overall tutti gentilissimi e accoglienti, ricordano dettagli dell’anno che sono stata con loro che io non ricordo lontanamente, ma superficiali e chiusi nel loro piccolo mondo meraviglioso montanaro.

Ecco qui un piccolo recap della famiglia. 

Il padre:ha problemi respiratori e fa fatica a camminare perché ha un problema alla gamba da tempo, passa gran tempo a guardare la tv (fox news, “Anna does Trump scare you? He is a bit crazy but he is a good guy he wants peace 😩😳) o a riparare qualcosa. A suo modo è rimasto molto molto amorevole con me.

La madre: sempre molto moody, non ha tempo (ma nemmeno voglia) di fare due chiacchiere al di là della superficialità (come dice  suo marito she has a difficult character) ma in qualche modo tiene insieme la famiglia. 

La sorella: brava ragazza e mamma, i suoi bambini sono molto dolci e amorevoli. Molto indietro (Swede 9 anni riesce a malapena a leggere, Aric 7 anni ha molti problemi dell’attenzione e altre problematiche, Ole 6 anni ad agosto è così piccolo che Olivia è più alta, non mangiano nulla e hanno sempre una bevanda o uno snack in mano). 

Dicevo della sorella che ha avuto problemi di alcolismo (ha passato 4 mesi in un centro di riabilitazione in Florida) ma ora sta bene, da 2 anni è sobria, non riesce a fare lo spelling di parole semplicissime (Banana, l’ha riscritto 3 volte). È spesso sola e non ha molti amici.

Marito della sorella: un idolo americano “fire fighter” che ora è diventato manager di una brigata, spesso in giro, un “real man” però una persona molto aperta, simpatica e che ascolta molto, ho chiacchierato a lungo con lui. 

Il fratello: un gran bravo ragazzo, lavoratore, capace di fare di tutto, molto handy, introverso e un po’ orso ma a suo modo anche molto amorevole, forse QI non estremamente alto ma ha trovato la sua strada (ha un business dove fanno lavaggi di grandi trucks). Molto amorevole con Olivia anche.

Moglie del fratello: una ragazza determinata, la sua famiglia ha una ditta di sementi di carote e barbabietole e gira il mondo a venderle. Molto aperta e interessata, piacevole new entry.

Zii e cugini: a parte qualche eccezione tutti gentilissimi ma poi molto superficiali.

Overall ho notato che i mariti/mogli acquisiti son tutti più intelligenti / in gamba di loro 😂

Zero attenzione al cibo ( quando leggevo tutte le etichette per curiosità tutti mi chiedevano cosa diavolo facessi) o al mondo al di fuori degli US (forse addirittura al di fuori dell’Idaho).

Spreco di risorse (se ti ricordi hanno molte auto e cose simili come elicottero, barche ecc) e cibo incredibile ma dall’altra parte molto attaccati alla natura, ho trovato una contraddizione interessante. 

Hanno preso una cabin (che è più simile ad una reggia in realtà) sul salmon river, penso uno dei posti più belli ed incontaminati che io abbia mai visto (raggiungibile solo con 2.5 ore di barca e nessuno negli paraggi di 20 km). 

Mi son resa conto di non essere mai uscita a “camminare” quando ero con loro e vicino a loro ci sono sentieri meravigliosi dove sono andata a correre e camminare con Olivia tutti i giorni (dove abbiamo visto 4 cervi, una volpe e un’aquila), ma io ero sempre stata nel loro appezzamento / lago o ci eravamo spostati sempre in macchina.

In qualche modo mi sono sentita ancora in una sorta di esperienza AFS dopo tanto tempo anche se con occhio più maturo e critico.

Con un pochino di orgoglio invece nonostante di solito sia una mamma molto severa Olivia promossa a pieni voti: bravissima e molto amorevole con tutti, attentissima e molto curiosa.




… QUEL GRAN CULO CHE ABBIAMO - IL PACIFICO

 Cosí siamo arrivati, tra foreste di cipressi ed abeti alti cinquanta metri, laghi, fiumi, bogs, traghetti… - finalmente siamo arrivati all’ Oceano Pacifico




Si, va beh,  ma voi cosa volete? Siete voi che siete venuti a rompere a casa mia!

Dicevo, siamo arrivati al Pacifico, ma subito era il Pacifico tra Vancouver e l’isola di Vancouver, non come lo ricordavamo, ma comunque magnifico



Poi, arrivati proprio in punta, a Tofino (“paradiso dei surfers “) dove finisce la strada, ecco il Pacifico che avevamo incontrato in California e Oregon




E sotto l’acqua? (Foto all’acquario)





È finita la strada, abbiamo migliaia di foto (soprattutto Roberto) e magnifici ricordi. Respiriamo. Ê ora, lentamente, di tornare indietro, prima sulla terraferma e poi recuperando 9 ore di fuso orario. Tornare a casa.


sabato 5 luglio 2025

… QUEL GRAN CULO CHE ABBIAMO - OGGI

 Oggi ancora da celebrare il gran culo che abbiamo

Stamattina whale-watching (abbiamo visto una famiglia di orche, le orche vivono in gruppi familiari guidati dalle femmine vecchie, come dovrebbe infatti accadere, a mio parere)







Oggi pomeriggio fiori e giardino (The Butchart Gardens)








Troppa bellezza in un giorno solo

PS abbiamo anche visto questo “alone solare” molto particolare dalla barca che ci portava ad avvistare i cetacei. 




Subito la ricerca su Internet

Si tratta di un raro fenomeno ottico che genera una sorta di alone colorato intorno al Sole, solitamente causato dalla luce solare che interagisce con i cristalli di ghiaccio presenti nell’atmosfera ed è ben visibile a occhio nudo. Si formano intorno al Sole anelli di luce più o meno intensi che vengono chiamati, appunto, aloni solari.

Lo spettacolo è frutto di un fenomeno ottico di rifrazione della luce: passano nubi alte e sottili, detti cirri, e al loro interno portano cristalli di ghiaccio di forma esagonale che subiscono una doppia rifrazione della luce, che entra e riesce da altra faccia esagono formando quest’alone.

Ma mi è piaciuta di più la risposta della guida che era con noi sulla barca, deliziosa ragazza canadese “È un angelo”. Al mio sguardo stranito ha risposto sorridendo “Ne vedo alcune volte, ma non vado a vedere cosa sono, anche se sono una scienziata, perché trovo che cose così belle siano migliori se non le capiamo”.

mercoledì 2 luglio 2025

IRRESISTIBILE

 Irresistibile quello che ho trovato oggi nel bagno delle donne di un distributore di benzina a Pendleton, Canada, nel territorio della riserva indiana del popolo Li’wat. Pubblico le foto, senza commento (tuttora mi viene da ridere…)




martedì 1 luglio 2025

..QUEL GRAN CULO CHE ABBIAMO

 Siamo in Canada, per preziosissimi 16 giorni di vacanza. Siamo ormai a metà vacanza, scesi oggi dai parchi nazionali dell’Alberta per dirigerci alle coste dell’Atlantico (Vancouver/Victoria). 

Scrivo questo post per riconoscere (ed essere riconoscente) del gran culo che abbiamo di essere in questi posti, in mezzo

Alle cascate del Canada





Ai laghi e fiumi del Canada






Agli animali del Canada (compresi quelli estinti)






Ai cieli del Canada







Categoria (ultra) a parte il Maligne Lake






(Chiedo scusa, le foto non sono delle migliori, Roberto fa foto più belle ma le riordineremo a casa)

Si respira, ancora

(To be continued)