giovedì 27 marzo 2025

PREOCCUPAZIONI


Nel recente, quasi comico, certamente molto "cinematografico" grossolano incidente nel quale un giornalista è stato incluso per errore in una chat dedicata a pianificare un bombardamento delle postazioni Houthi sul Mar Rosso tra le più alte figure di potere di Washington (vicepresidente, Segretario alla Difesa, Consigliere per la Sicurezza, capo staff della Casa Bianca, capo negoziatore per il Medio Oriente e l'Ucraina .. - non metto i nomi, non ne vale la pena), sono stati appalesati e pubblicati pesanti insulti nei confronti dell'Europa: "parassiti", "odio cavargli le castagne dal fuoco come sempre", "solo noi possiamo intervenire"... Trump ha poi confermato successivamente e pubblicamente l'insulto "parassiti". (PS. capisco che ormai tutto va in vacca, ma spero sia ancora chiara la distinzione tra insulto e opinione, comunque sotto definizione insulto)

Una valanga di reazioni più o meno veementi (e più o meno sincere) e infiniti talk show hanno fatto seguito all'episodio. Ne ho seguiti alcuni (pochi, perché ormai la mia tolleranza ai talk show è ai minimi termini) ma non ho visto prendere in considerazione l'aspetto secondo me fondamentale che svela questa vicenda. Insulti a parte (gli insulti definiscono prima di tutto chi li fa, questa è sempre stata una mia incrollabile convinzione), la cosa più preoccupante è che la pianificazione di un bombardamento (e ho paura di cose ancora più impattanti) sia in mano ad una cricca di bulletti (non è un insulto, è una constatazione, vedi la definizione sotto di bullismo), incompetenti (lo dimostra la vicenda stessa) e ignoranti (non è un insulto, probabilmente è il massimo dell'ignoranza insultare gli europei non rendendosi conto di parlarne in una lingua europea, l'inglese). Questo dovrebbe veramente preoccuparci.

definizione BULLISMO (definizione Oxford Languages): ostentazione di presunta capacità o abilità: banale, indisponente e rischioso modo di distinguersi, che sfocia talvolta in comportamenti aggressivi o violenti

definizione INSULTI (Treccani): sono parole ed espressioni cui si ricorre entro atti linguistici destinati a colpire e offendere l'interlocutore. nel conflitto verbale non mirano alla causa effettiva del dissidio, ma direttamente alla persona dell'avversario. Si accompagnano in genere ad atti aggressivi e ostili.


NEGOZIATI?

 [Ultimi colloqui Ucraina-USA-Russia] – Anche se, per praticità, lo si fa spesso, i colloqui tra Stati uniti, Ucraina e Russia che agitano l’attualità da qualche settimana non dovrebbero essere definiti negoziati. Un negoziato ha un oggetto, un obiettivo e avviene tra le parti di un conflitto, oppure tramite un soggetto mediatore. 

Negoziato fu quello che decise la prima tregua del grano sul Mar nero, nell’estate 2022: con la mediazione della Turchia e i buoni uffici delle Nazioni unite, entrambe in posizione terza, si giunse all’obiettivo di garantire la sicurezza per l’esportazione di cereali dall’Ucraina.

In Arabia saudita, gli Stati uniti non agiscono come mediatori, poiché non sono in posizione terza: l’amministrazione Trump rappresenta gli interessi della Russia e legge la guerra in Ucraina dalla stessa prospettiva di Mosca. Ignorando il diritto internazionale, gli Stati uniti ritengono che la Russia abbia diritto di annettere regioni ucraine, adducendo le medesime motivazioni di Putin, prive di ogni fondamento giuridico e fattuale. 

L’obiettivo dei colloqui, se esiste, non è chiaro. Dall’ultima tornata è riemerso il tema della navigazione sul Mar nero. Si tratta di un argomento-maschera che cela l’impossibilità di un’intesa su un cessate il fuoco mai ben definito. Una tregua sul Mar nero non ha significato. L’Ucraina controlla il suo specchio di mare e ha costretto da tempo la Russia ad arretrare la sua flotta, gravemente danneggiata. 

L’impostazione dei colloqui è data di concerto da Russia e Stati uniti. L’Ucraina deve adeguarvisi e l’Europa ne è esclusa. L’obiettivo non dichiarato, dietro le richieste del tandem Mosca-Washington, tanto per l’inutile tregua sul Mar nero quanto per quella sulle infrastrutture energetiche, è alleviare il danno che la Russia subisce a causa delle sanzioni contro le sue esportazioni e dei colpi che l’Ucraina inferisce con successo contro le sue raffinerie. 

Trump e i suoi uomini si confermano ogni giorno più inadeguati. Il regime russo è autoritario, ma è retto da uomini preparati, astuti e di perversa abilità dialettica. Di fronte a essi siedono dirigenti statunitensi incapaci di percepire la dimensione delle loro responsabilità. 

(LUCA LOVISOLO, post FB, oggi)

Aggiungo (notizia di stasera) che Putin in un discorso pubblico ha oggi reso chiaro quello che già sospettavamo tutti: Trump mette l’Ucraina nelle mani di Putin e Putin non interferisce nella conquista statunitense della Groenlandia. Così ragionano gli autocrati.

lunedì 24 marzo 2025

E MI TOCCA ADDIRITTURA RINGRAZIARE SALVINI

 Davvero, ormai non c’è più speranza, non c’è più chiarezza, non ci sono più punti fermi, centri di gravità permanente. Mi tocca addirittura ringraziare Salvini per il momento esilarante che ha regalato a me e Roberto, stasera, ascoltando il TG. Si stava parlando dei mal di pancia ( addirittura stavolta anche più di un mal di pancia, perché siamo alla polemica esplicita) tra Salvini e la sua compagnia di guitti (non trovate irresistibile Durigon? Addirittura mi sembra superi Donzelli…) e Tajani rispetto alla telefonata che Salvini è riuscito ad ottenere da Vance. A un certo punto il TG riporta l’affermazione di Salvini che lui e Vance hanno discusso dell’alta velocità negli Stati Uniti. Roberto ed io ci siamo guardati e siamo scoppiati in una sincera, fragorosa, prolungata e liberatoria risata. Ancora adesso mi viene da ridere, ripensandoci. Grazie Salvini.

domenica 23 marzo 2025

I SERRAPIATTISTI E LA PACE

 In questo periodo mi è capitato di incorrere in veementi accuse da trumpiani di "serrapiattismo" sulla scia di una "guerrafondaia" Europa che vuole ostacolare il processo di pace garantito da Trump. Devo confessare che la mia prima reazione è stata un sorriso per il cortocircuito in cui ormai la manipolazione è caduta. Mi veniva da sorridere pensando che non mi viene in mente nessun episodio in cui la "guerrafondaia" Europa abbia aggredito, invaso o nemmeno insultato un paese vicino - mentre me ne vengono in mente parecchi in cui il "pacifista" Trump e il suo amico e sodale Putin lo hanno fatto. E chissà come mai anche il lessico si è talmente impoverito da non comprendere più la differenza tra difesa e aggressione. Ma tant'è, nella confusione che impera il martellamento mediatico può portare anche a questo risultato. A dire il vero gli insulti non mi interessano granché, perché qualificano principalmente chi li fa, mi interessa la sostanza. 

Trump sta perseguendo la pace? dipende di che pace parliamo


La pace di Putin e Trump in Ucraina (notizia di oggi, ma ogni giorno uguale)?


o la pace di Netanyahu  e Trump in Medio Oriente?

Beh, di pace in Medio Oriente non si parla proprio più, direi, quindi mettiamoci una pietra sopra. Trump sembra al momento (fino al prossimo sbroccamento) totalmente allineato con la mai dichiarata strategia di Netanyahu di sterminare il popolo palestinese e quindi vedremo come proseguirà il versamento di sangue inutile e dannato. Si insiste molto ora sulla pace in Ucraina ed in specifico sulla tregua ottenuta da Trump con la famosa telefonata a  Putin, dandola per fatta con inviti reciproci anche a partite di hockey, anche se la realtà è ben distante, anzi totalmente controfattuale, sui cieli di Ucraina. Alcuni più "illuminati" analisti (sentito stamattina Francesco Giubilei della Fondazione Alleanza Nazionale), pur convenendo che non ci sono risultati  concreti finora nelle asserite dichiarazioni di tregua, sottolineano l'importanza di "sciogliere il ghiaccio" (ahimè, con l'hockey sciogliere il ghiaccio non va tanto bene...) con Putin per avvicinare la pace. A parte che "sciogliere il ghiaccio" con una feroce volpe artica un po' mi preoccupa, mi chiedo se, quando il ghiaccio comincerà a sciogliersi, si cominceranno ad intravvedere i volti di Aleksey Navalny e Anna Politkovskaja (bella immagine suggerita da Gabriele Romagnoli oggi su Repubblica)...

venerdì 21 marzo 2025

LA TELEFONATA TRUMP-PUTIN

 La telefonata tra Putin e Trump va analizzata nel merito e nel metodo.

1. Nel merito:

a) Il cessate il fuoco sulle infrastrutture energetiche avvantaggia più la Russia che l’Ucraina. La Russia ha colpito meno le infrastrutture ucraine, obiettivi meno utili per causare disagio alla popolazione, avvicinandosi la primavera. L’Ucraina, invece, colpisce con efficacia impianti petroliferi russi. Se accettato, il cessate il fuoco è un successo di Putin per sé stesso. L’Ucraina non potrà attaccare le raffinerie russe, la Russia potrà attaccare obiettivi civili in Ucraina.

b) Lo scambio di prigionieri non è merito di Trump e Putin: gli scambi di prigionieri sono periodici, è verosimile che anche questo fosse già programmato.

c) La sospensione degli aiuti militari all’Ucraina durante l’eventuale tregua non è accettabile. L’Ucraina deve restare in condizioni di difendersi. Sul punto non c’è chiarezza, in una intervista successiva Trump ha smentito di averne parlato con Putin.

2. Nel metodo:

a) Stati uniti e Russia trattano senza l’Ucraina e l’Europa, le due parti più interessate: la prima perché in guerra, la seconda perché minacciata nella sua sicurezza. Mosca e Washington si ritengono in diritto di decidere il futuro europeo a loro gradimento. Zelensky ha confermato di aver ricevuto notizie da Trump solo 24 ore dopo la telefonata con Putin.

b) L’amministrazione USA continua ad attribuire la responsabilità della guerra all’Ucraina. L’inviato Witkoff, in un’intervista di ieri, ha detto di sperare che l’Ucraina accetterà le condizioni della tregua. In realtà non è l’Ucraina che deve accettare condizioni: l’Ucraina si sta difendendo. La tregua e il ritiro devono essere imposti alla Russia. 

Un negoziato riprenderà domenica in Arabia Saudita, non è noto in quale cornice. L’Europa, per Putin e Trump, è ridotta a tavolo da biliardo. Bene hanno fatto Macron e Starmer a segnalare unità d’intenti. In Germania, la formazione del nuovo governo procede a tappe forzate, vista la gravità dell’ora. In Italia, salvo isolate eccezioni, né la politica né l’opinione pubblica percepiscono la portata degli eventi, il dibattito sul tema è di umiliante inanità.

(Luca Lovisolo, post FB, 19 marzo 2025) 

Aggiungo di mio altre opinioni ascoltate in questi giorni sul tema. Secondo una riflessione (Paolo Mieli) Putin ha fatto questa proposta perché teme il missile a lunga gittata appena testato dagli Ucraini perché può arrivare senza problemi a bombardare il famoso ponte della Crimea. Secondo Zelensky, vista la pioggia di bombardamenti sull’Ucraina in questi giorni, la “tregua” sulle infrastrutture consente a Putin di intensificare i bombardamenti sugli obiettivi civili. Tutti i commentatori hanno inoltre sottolineato in questi giorni come lo scambio di prigionieri fosse da tempo pianificato e previsto.

Anche Adriano Sofri commenta (19 marzo su FB)

Prima

Cose così succedono una volta a ogni morte di papa, e nemmeno. L'uomo di Mosca alla Casa Bianca aveva parlato con Putin per più di due ore: devono essersene dette di tutti i colori, a proposito di donne e motori. "Ti ricordi di quella volta all'hotel Ritz Carlton di Mosca?" Sai che risate. In questo contesto, devono aver rifatto il nome di Odessa, mania di donnaioli. Sul resto d'Ucraina si sono sbrigati. Bombardamenti sospesi sulle centrali "e le infrastrutture". Per il resto, fuoco a libertà. Putin ha chiesto un piccolo favore di dettaglio: smettere di armare e illuminare l'Ucraina con l'intelligence. Me lo tieni fermo mentre lo meno, e gli metti anche una benda sugli occhi. Gran bella telefonata, sarà ricordata più del telegramma di Ems. Gran bella giornata, il martedì 18 marzo 2025, trascorso nella trepidante attesa della telefonata fra i due bellimbusti. Prima e dopo la telefonata, la Russia ha tempestato di droni e missili l'intera Ucraina - ha mandato in fiamme anche la frontiera occidentale di Palanca, per abbaiare alla Moldova. L'Europa dei volenterosi un po' aspettava un po' si muoveva, includendo Norvegia e Regno Unito, Australia e Nuova Zelanda, e un po' di Giappone, e soprattutto la Turchia, il famoso secondo esercito della Nato. Tutt'attorno un piatto ricco, nessuno avrebbe rinunciato a ficcarcisi. Netanyahu aveva appena ribombardato Gaza e reimbarcato Ben Gvir. Erdogan, riaccolto alla tavola europea - da quella russa non era mai uscito - aveva una prateria davanti a sé, come dicono. Ha insultato Israele e arrestato Ekrem Imamoglu, il suo rivale in capo. Sono andati di notte in un battaglione di giannizzeri a casa sua, a frugare e ammanettare, però hanno lasciato che indossasse la camicia e si mettesse la cravatta e si riprendesse mentre faceva il nodo - gli avrebbero dato una mano a stringere. Invece che montare colpi di stato finti contro di lui, Erdogan questa volta ha semplicemente inscenato il proprio colpo di stato, e l'ha perfezionato facendo annullare il diploma di laurea di Imamoglu. Tocco d'artista. Il rivale imprigionato e bocciato a scuola, da far invidia al Doge. E' impero dovunque, tardo, tardissimo impero. Zelenskyj era andato in Finlandia. Ci pensate, alla Finlandia? C'è una universale comprensione in giro per il desiderio della Russia di non avere la Nato ai propri confini. Finlandia e Russia hanno un confine di 1340 km, si passa su e giù che è un incanto, pattinando sul ghiaccio. 

Mentre scrivo, si aspetta, ma poco poco, che si telefonino Trump e Zelenskyj. 

Ancora una volta, niente sarà mai più come Prima. Quando è finito, Prima, e dove?



mercoledì 19 marzo 2025

EMERGENZA SANGUIGNA

Ho già parlato in altri post della chat Emergenza Sanguigna che raccoglie gli abitanti di Sanguigna in una chat Whatsapp che sarebbe teoricamente dedicata al Controllo di vicinato e che è praticata per segnalare animali che si sono persi, ipotetiche drammatiche storie di assalti ai bravi cittadini quasi sempre bufale circolanti su Internet e segnalazioni di movimenti sospetti di macchine (in genere BMV grigie e nere, con uomini neri o maghrebini che le guidano) nel vicinato, con alert di allarme e attenzione. Più raramente sfoghi contro gli ambientalisti (le alluvioni vengono perché non si puliscono più i fossi e gli alvei dei torrenti, per colpa degli ambientalisti) e avvistamenti di cinghiali o lupi minacciosi (esserci ci sono, ma siccome sono meno stupidi degli uomini se ne tengono ben lontani). Io sono uscita dalla chat, dopo un periodo di vivace discussione con Roberto che si opponeva alla mia uscita asserendo che "magari qualche volta può essere utile" (finora, già anni di chat, mai), perché mi infastidisce molto perdere il mio tempo su messaggi senza capo né coda, al tempo stesso impauriti ed aggressivi.

Questo messaggio arrivato nei giorni scorsi me lo ha fatto vedere Roberto, quindi, ed è la diretta conseguenza del tono della chat:

 Cari compaesani, ci tenevo a dirvi che se vedete una dacia rosso scuro che passa a bassa velocità  o la vedete ferma con il binocolo è una mia collega che guarda rapaci, caprioli e pure si ferma a fotografare le rane. 

Quindi non è un delinquente immigrato che ci minaccia, meno male e sospiro di sollievo....


Mentre guardavo il messaggio sopra, mi è caduto l'occhio sui messaggi precedenti e ho trovato un'altra irresistibile chicca. Il filone è quello degli animali domestici che scappano dal cancello e vengono ritrovati da vicini in giro o nei loro cortili. In specifico, qui si trattava di una lamentela per una cagna che a quanto pare scappa spesso e viene ritrovata in giro (mi viene da pensare che i proprietari non siano nella chat). Una vicina si lamenta di averla per l'ennesima volta trovata ne suo cortile e chiosa:
Già detto che gira per strada ma fanno orecchie da mercato.
EMERGENZA SANGUIGNA, direi emergenza, in effetti.

BREVISSIMO COMMENTO SULL’ATTUALITÀ

 Scrivo un breve commento sul fatto del giorno. Non ne faccio quasi mai, perché i fatti del giorno sono quasi sempre effimeri, non interessanti - penosi, per lo più.

Oggi il Presidente Giorgia, in Parlamento, dopo una impossibile ricerca di sintesi tra il suo asserito europeismo e la rincorsa a non lasciare il monopolio dell’antieuropeismo a Salvini, oltre che dell’impossibile equilibrismo tra la sbandierata fedeltà all’Ucraina e gli atti di devozione (con sottomesso inchino finale) a Trump e al trumpismo, alla fine del suo discorso ha attaccato duramente il Manifesto di Ventotene e i suoi estensori. Si è scatenata la bagarre, con appassionati discorsi e doveroso omaggio ai padri dell’idea europea, riconosciuti da tutti i paesi membri, tranne (novità) dall’Italia.

Nell’ascoltare tutto questo devo dire che mi è venuto più da ridere che da appassionarmi, è montata in me più freddezza che calore. Primo, e molto evidente, è il fatto che per l’ennesima volta, senza posizioni vere e con gravi divisioni interne, la Meloni l’ha buttata in caciara: deviare la discussione sul nulla serve a spostare l’attenzione dal problema concreto, grave e consistente, che ci fronteggia.  E più il nulla è provocatorio più la caciara si avvita su stessa e sbuffa fumo e nebbia. Secondo, e altrettanto evidente, è che non c’è niente di nuovo e sorprendente nella posizione della Meloni, a pensarci bene. Spinelli e Colorni e Rossi chi erano? Erano antifascisti (al confino) - è evidente che siano nemici di una non-antifascista (=…?) 

Il commento è quindi brevissimo. Possiamo continuare a parlare di Rearm EU, difesa comune, guerra e pace, per favore? E magari, come dice Serra, per capirsi e per capire?




domenica 16 marzo 2025

PREDATORI DEL MONDO INTERO

 “Predatori del mondo intero, adesso che mancano terre alla vostra sete di totale devastazione andate a frugare anche il mare. Avidi se il nemico è ricco e arroganti se è povero. Gente che né l'oriente né l'occidente possono saziare. Solo voi bramate possedere con pari smania ricchezza e miseria. Rubano, massacrano, rapinano, e con falso nome lo chiamano impero. Rubano, massacrano, rapinano, e con falso nome lo chiamano nuovo ordine. Laddove fanno il deserto, lo chiamano pace.” —  Publio Cornelio Tacito (“Vita di Agricola”, 98 d.C.)

(Duemila anni fa…)


MANIPOLARE


 “Mentire continuamente non ha lo scopo di far credere alle persone una bugia, ma di garantire che nessuno creda più in nulla. Un popolo che non sa più distinguere tra verità e menzogna non può distinguere tra bene e male. E un popolo così, privato del potere di pensare e giudicare, è, senza saperlo o volerlo, completamente sottomesso all’impero della menzogna. Con persone come queste, puoi fare quello che vuoi. “ 

~ Hannah Arendt, 1906-1975


Filosofa, storica e politologa tedesca naturalizzata statunitense, Hannah Arendt, è stata una delle figure più influenti del XX secolo. Nelle sue opere più famose, come “Le origini del totalitarismo” e "La banalità del male", Arendt ha esplorato come la disinformazione e le bugie sistematiche possano erodere la capacità delle persone di distinguere tra verità e menzogna, e quindi tra bene e male. Ho letto "La banalità del male" ai tempi dell'università e ne sono rimasta profondamente colpita - temo sia necessario rileggerla, in questi tempi che puzzano di zolfo.


giovedì 13 marzo 2025

CULODRITTO

 Ma come vorrei avere i tuoi occhi, spalancati sul mondo come carte assorbenti

E le tue risate pulite e piene, quasi senza rimorsi o pentimentiMa come vorrei avere da guardare ancora tutto come i libri da sfogliareE avere ancora tutto, o quasi tutto, da provare
Culodritto, che vai via sicura, trasformando dal vivo cromosomi corsariDi longobardi, di celti e romani dell'antica pianura, di montanariReginetta dei telecomandi, di gnosi assolute che asserisci e domandiDi sospetto e di fede nel mondo curioso dei grandi
Anche se non avrai le mie risse terrose di campi, cortile e di stradeE non saprai che sapore ha il sapore dell'uva rubato a un filarePresto ti accorgerai com'è facile farsi un'inutile software di scienzaE vedrai che confuso problema è adoprare la propria esperienzaCulodritto, cosa vuoi che ti dica? Solo che costa sempre faticaE che il vivere è sempre quello, ma è storia antica, Culodritto
Dammi ancora la mano, anche se quello stringerla è solo un pretestoPer sentire quella tua fiducia totale che nessuno mi ha dato o mi ha mai chiestoVola, vola tu, dov'io vorrei volare verso un mondo dove è ancora tutto da fareE dove è ancora tutto, o quasi tuttoVola, vola tu, dov'io vorrei volare verso un mondo dove è ancora tutto da fareE dove è ancora tutto, o quasi tutto, da sbagliare
(Culodritto, Francesco Guccini, 1987)

Anna, Messico, 1990

Luigi, Sanguigna (in vacanza sull’isola di Cres), 2000

Olivia, Oberrieden, Zurigo, 2022

martedì 11 marzo 2025

SE EMERGONO GLI UOMINI PEGGIORI


Se emergono gli uomini peggiori

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La democrazia è deteriorata e ha portato al potere leaders tirannici e violenti. Dobbiamo difenderci in due modi: attraverso lo studio e accettando che gli Stati Europei si armino per la difesa

Ci sono momenti nella storia in cui sembra proprio che si avverino le antiche parole del salmo: “Emergono i peggiori tra gli uomini”. I giorni che stiamo vivendo sono esattamente così: fanno emergere i peggiori tra gli uomini. Qual è allora il compito della coscienza? È triplice: individuazione, difesa esterna, difesa interna. Quanto al primo punto, è significativo che di recente sia stato riesumato un termine così desueto da apparire un neologismo: “cachistocrazia”, alla lettera “il governo dei peggiori”, l’esatto contrario di aristocrazia, il governo dei più competenti. Il paradosso è che tali peggiori non sono tiranni giunti al potere con la forza, ma politici eletti dal popolo: è cioè la demo-crazia a produrre la cachisto-crazia. È come se, per fare un paragone con l’alimentazione, tutt’a un tratto i più dichiarassero che i cibi migliori non sono i più raffinati e i più salutari, ma i più malsani etichettati come junk-food. In quel grande supermarket della politica mondiale sembra proprio che oggi le cose stiano andando in questo modo. Emergono i peggiori tra gli uomini. Ma come definire tali peggiori? …

A volte tra gli esseri umani scatta un sottile accordo di energie che prescinde dalle parole pronunciate e che raggiunge le zone più istintuali e più profonde dell’essere: è una questione di sentimento della vita. Io credo sia questo ciò che unisce Trump, Putin, Netanyahu, Orban, Erdogan e gli altri leader dal cipiglio dittatoriale: il piacere della forza, e, corrispettivamente, il fastidio del diritto e del rispetto che esso richiede. Il democratico è uno che sente interiormente dentro di sé che esiste qualcosa più importante di sé: il diritto, lo stato, il bene comune. L’antidemocratico è uno che si fa beffe di tutto ciò perché non conosce nulla più importante di sé. È quindi ultimamente una questione di maturità umana, di quella acquisizione che si ottiene superando l’adolescenza quando l’ego capisce che, per quanto importante, è sempre meno importante dello stato, del diritto, del bene comune. La democrazia, cioè, è anzitutto uno stile che abita la mente e il cuore degli esseri umani maturi; il suo contrario, la mente e il cuore degli immaturi. Ecco chi sono i peggiori tra gli uomini. Essi non sono altro che lo specchio della diffusa immaturità che sta imperversando sul nostro pianeta, fenomeno ben descritto da Amos Oz parlando di “infantilizzazione delle masse”. È così che la demo-crazia, sempre più oclo-crazia (oclos in greco vuol dire “folla”, molto diverso da demos, “popolo”), produce la cachisto-crazia. Così mi spiego i milioni di americani che hanno votato l’attuale presidente e che ne sono entusiasti sapendo benissimo dei suoi guai giudiziari per motivi finanziari e sessuali, e del suo essere all’origine dell’assalto al Campidoglio del 6 gennaio 2021. Sanno benissimo che mente, insulta, fa carta straccia del diritto internazionale, avanza pretese sulle terre di altri, e ciononostante lo amano; anzi, lo amano proprio per questo! E non pochi italiani fanno lo stesso stabilendo con Trump quell’accordo di sentimento profondo avuto ben prima con i numerosi populisti dall’ego pronunciato e adolescenziale che abbiamo avuto qui da noi. Le peggiori qualità umane oggi risultano gradite e vincenti. È un dato di fatto, oggi nel mondo le cose funzionano così, e non solo in politica. 

Di fronte ai peggiori tra gli uomini il secondo passo consiste nel difendersi. Esiste al riguardo una difesa personale e una difesa territoriale. La difesa personale si chiama studio, meditazione, silenzio, preghiera, quelle pratiche che nutrono la coscienza morale e la proteggono dall’odio e dalla stupidità. L’altra difesa si chiama protezione militare ed è compito dei governi assicurarla, è il primo dovere di uno Stato verso i cittadini. Prima dell’istruzione, della libertà di parola e di ogni altra esigenza vi è il bisogno di sicurezza, e uno Stato degno di questo nome deve sempre esserne all’altezza. 

È necessario armarsi ulteriormente per provvedere alla difesa di noi europei? È necessario inviare truppe in Ucraina? Non essendo né un politico né un militare, non so rispondere e non intendo cedere alle passioni nel farlo, ma è evidente che preferirei di no. Sono convinto però di due cose: che nonostante le sue criticità l’Ue è una barriera contro la cachistocrazia dilagante nel mondo; che esiste una reale minaccia per la sicurezza europea, visto che lo statuto democratico del mondo basato sul diritto è sempre più disprezzato. Ora anche gli Usa di Trump sono arrivati a sedersi accanto alla Russia di Putin, il 3 febbraio all’Onu hanno votato con lei insieme a Bielorussia, Corea del Nord e altri stati satelliti contro Ucraina, Ue e tutto il resto del mondo. Vi è poi la dittatura di Xi Jinping, il nazionalismo di Modi, la galassia del mondo musulmano mai stata molto in consonanza con la democrazia, l’Israele di Netanyahu e della destra religiosa caratterizzata da palese razzismo, crimini contro l’umanità ed esplicita volontà di pulizia etnica (ovvero di sporcizia etica). Tutti costoro sono unificati dal fatto di farsi beffe dell’Onu, del diritto internazionale e della Corte internazionale di giustizia che lo rappresenta, e disprezzano l’ideale che fa del diritto il cardine del governo mondiale, unica vera speranza per la pace del mondo. Emergono i peggiori tra gli uomini e da essi occorre difendersi. Come già detto, non ho idea se occorra spendere di più in armamenti come sostiene Ursula von der Leyen e come, ormai è deciso, avverrà; a me qui sta a cuore sottolineare il diritto di ogni cittadino a essere difeso e il corrispettivo dovere dei politici a provvedere. Parlo di “difesa”, e per fare un esempio chiedo a chi è a priori contrario a ogni spesa militare: cosa c’è di eticamente riprovevole nel fatto che l’Europa si doti di un sistema antimissile come quello che permette a Israele di proteggere i propri cittadini dai razzi iraniani o di altra provenienza? A mio avviso nulla. Anzi, alla luce della situazione attuale è piuttosto la negazione della necessità di adeguare le nostre capacità di difesa a essere eticamente riprovevole, oltre che politicamente disastroso.

Il mondo è una città. Nessuno sostiene che una città deve fare a meno delle forze dell’ordine per proteggere i cittadini dai delinquenti. Perché allora il mondo non dovrebbe aver bisogno di quelle specifiche forze dell’ordine adeguate alle sue proporzioni che sono gli eserciti? L’equazione pacifista “esercito = istituzione immorale”, oppure “armi = strumenti immorali”, è sbagliata. Lo è per un motivo molto semplice: perché non tiene conto del fatto che talora nella storia emergono i peggiori tra gli uomini. Fino a quando esisterà chi calpesta il diritto, la pace è garantita “anche” dalle armi, oltre che dalla diplomazia, dalla cultura, dalla cooperazione, dall’educazione. Abbiamo bisogno di tutti gli strumenti, nessuno escluso, per edificare la bellissima ma fragile cattedrale della pace. 

Rimane infine il terzo compito che introduco con questa frase di Hannah Arendt: “Oggi è raro incontrare persone che credano di possedere la verità; ci confrontiamo invece costantemente con quelli che sono sicuri di avere ragione”. I peggiori tra gli uomini sono caratterizzati da quel fanatismo egocentrico che consiste nel disprezzare la verità e nel volere aver sempre ragione, o come singoli o come esponenti di un’ideologia. La differenza tra “verità” e “avere ragione” è netta: la verità rimanda a un ordine oggettivo che la mente deve riconoscere e rispettare (anche se non le piace), mentre l’avere ragione si basa sulla forza (o fisica o culturale o della vis polemica) che mette a tacere e costringe a dire: “Hai ragione tu”. Fondamento della democrazia è il servizio della verità senza voler avere a tutti i costi ragione, è il dubbio e il dialogo che ne segue. È chiaro che quando si espone una tesi si ritiene di aver ragione, altrimenti si tacerebbe; ma chi ama la verità si sa distanziare dalla propria tesi aprendosi al dialogo e guardando in faccia la realtà anche laddove è scomoda. Chi non vorrebbe investire di più in scuole e ospedali? Ma oggi ci si deve difendere da chi disprezza la democrazia, lo stato di diritto, i diritti umani, le minoranze, ovvero dai leader mondiali nominati sopra e da altri ancora. Ricordo quanto scrisse Anna Politkovskaja nel 2004, due anni prima di essere uccisa dagli amici di Putin: “Il KGB rispetta solo i forti, i deboli li sbrana. E lo dovremmo sapere, ormai. Invece ci siamo scelti la parte dei deboli e siamo stati sbranati”. Compito di uno stato è impedire che i suoi cittadini vengano sbranati. 

A proposito dell’uso delle armi si cita spesso la frase di Gesù sul porgere l’altra guancia, ma si ignora che in un altro momento egli ordinò ai discepoli di armarsi: “Chi non ha spada venda il mantello e ne compri una”. L’arte della politica consiste nel capire quando uno Stato è chiamato a comprare una spada anche sacrificando il mantello. 

In questo complicato presente in cui emergono i peggiori esistono quindi tre compiti. Il primo è di tipo cognitivo e consiste nel riconoscerli; il secondo è di tipo operativo e consiste nel difendersi personalmente e comunitariamente; il terzo è di tipo introspettivo e consiste nello scoprire il potenziale Donald Trump o Vladimir Putin dentro di noi e nel rieducarlo. (PS: la citazione iniziale è tratta dal Salmo 12,9, versione Cei 1974). 

Vito Mancuso, La Stampa 9 marzo 2025

domenica 9 marzo 2025

INVECCHIARE (ANCORA…)

 Stasera di ritorno da uno splendido week end di sole trascorso con i due figli e la nipotina, Roberto ed io stavamo tornando con la macchina vuota (all’andata era come ogni volta stracarica di cibarie e vari gadget da casa, questa volta ancora più del solito perché incontravamo sia Luigi sia Anna) e un umore sereno ma un po’triste per averli lasciati (ma a Pasqua ci rivedremo) e lasciare tre bei ragazzi come questi non è facile


Scorreva nella radio della macchina la playlist di Roberto ed é partita “Cosa sarà “ di Lucio Dalla, una delle mie canzoni preferite in assoluto, tra l’altro nella versione cantata a tre (Dalla, De Gregori, Ron). Ho aspettato che arrivasse il mio verso preferito

Cosa sarà che ci fa lasciare la bicicletta sul muro e camminare la sera con un amico a parlar del futuro

Stavolta, però ho avuto una piccola stretta al cuore e ho pensato che non succede più. Invecchiando.

giovedì 6 marzo 2025

RIFLESSIONI (NON MIE)





 It's frightful that people who are so ignorant have so much influence.

— George Orwell



sabato 1 marzo 2025

PS. UN PICCOLO PENSIERO IN PIÙ

 Non riesco a smettere di pensare a chi sarà dispiaciuto o spaventato dall’episodio di bullismo istituzionale  in diretta televisiva mondiale, ma soprattutto a chi ne è compiaciuto. Dei tanti (troppi) che ne hanno tratto godimento sono certa che il più felice sia Putin, sì, Putin, proprio lui. Putin l’aggressore, l’assassino di Navalny e di tutti i suoi oppositori politici, Putin il dittatore, Putin capo della mafia russa. PUTIN. Mi viene il vomito.