domenica 28 aprile 2019

NOI RISPONDIAMO CON LA VITA

“All’oppressione, allo sfruttamento e all’abbandono, noi rispondiamo con la vita. Né le inondazioni e le epidemie, la fame e le catastrofi, nemmeno le interminabili guerre durate per secoli, hanno potuto sconfiggere la forza incessante della vita sulla morte.
Noi, gli inventori delle favole, che presteremmo fede a qualsiasi cosa, abbiamo il diritto di credere che non è troppo tardi per impegnarci a costruire una nuova e travolgente utopia della vita, dove nessuno potrà decidere per gli altri come dovranno morire. Dove l’amore proverà che la verità e la felicità sono possibili, dove gli uomini condannati a cent’anni di solitudine avranno ancora, finalmente e per sempre, una seconda opportunità sulla terra.”
Gabriel Garcia Marquez

venerdì 26 aprile 2019

MA TU SEI UN PEDOFILO?

La signora amorevole che pulisce la nostra casa è rumena, in Italia da tanti anni, con un compagno italiano, ha ricongiunto il figlio ventisettenne e vive fiera e indipendente nella sua casetta, vive di molti lavori di fatica che fa con voglia, determinazione ed entusiasmo. È scappata venticinque anni fa da un paesello romeno, da un marito che la menava (“ma poveretto, non era neanche colpa sua, lui era una brava persona, era l’alcool che lo rovinava”) e che adesso, neanche cinquantenne, è morto di cirrosi epatica.  È contenta della sua vita, se la è (ri)costruita con le sue forze e sta bene. Ha due preoccupazioni principali: il figlio non ha ereditato la sua voglia di fare e costruire e si trascina un po’stancamente lavoriccchiando e preferendo appoggiarsi a questa madre energica (e un po’ansiosa) “d’altra parte gli uomini al mio paese sono tutti un po’ così”. Questo stesso figlio, cinque anni fa, è andato in Romania per una visita ed è tornato con una minorenne incinta che secondo la nostra signora faceva già la prostituta. La ragazza ha partorito la nipotina, ma non voleva impicci nella sua vita, l’Italia non le piaceva ed è tornata in Romania mollando la bambina alla nonna, la mamma della nostra signora. L’arrangiamento concluso è stato che la bisnonna (sessantacinquenne) alleva la bambina in Romania con occasionali visite della madre - ed entrambe le mantiene la nostra signora (il padre non ha avuto nè voluto nessuna voce in capitolo ). Quando la incrocio mi mostra orgogliosa le foto della bella nipotina bionda di quattro anni che sente ogni sera su Skype e mi racconta dei suoi progressi, della scuola che frequenta, di quanto è intelligente e precoce.
L’altro guorno mi ha raccontato che il prete è andato a benedire la casa della bambina (la casa della bisnonna) in Romania e la bambina, guardando fisso il prete, l’ha apostrofato “Ma tu sei un pedofilo?” Agli imbarazzati tentativi di farla smettere lei ha insistito per una risposta e quindi il prete a denti stretti ha cercato di spiegarle che no, lui non era un pedofilo, con energiche rimostranze rispetto ai metodi educativi di chi la stava allevando. Uscito il prete, la bimba a quella che lei chiama mamma/nonna ha convintamente rappresentato che comunque lei non era “affatto convinta che quel prete non era un pedofilo e che da sola non sarebbe più andata in chiesa”.

mercoledì 10 aprile 2019

TROVARE IL MARE

Ieri, durante una verifica sui gruppi di lavoro attivi nel settore disabili adulti, una collega educatrice che si occupa del periodo di passaggio della maggiore età (periodo molto difficile per i disabili e le loro famiglie, passaggio verso il mondo e le sue asperità) e quindi di disabili giovani, ci ha raccontato di un gruppo che lei segue. Il gruppo è formato da una decina di ragazzi tra i 18 e i 25 anni con ritardo mentale medio-lieve che nel tempo libero si ritrovano a fare attività insieme, si vedono in un bar, vanno al cinema ... fanno cose, si è formata anche una coppia e tutto per loro è più difficile. I genitori ne stanno fuori, la nostra collega fa sostegno a loro e ai loro genitori per implementare l’autonomia di entrambi e fa parte della chat di Whatsapp dei ragazzi.
Un giorno i ragazzi decidono di fare una gita al mare in giornata e con molte ansie da parte dei genitori (una coppia di genitori è salita comunque sul treno anche se non insieme a loro),  c’è qualche inciampo ( i ragazzi prendono due treni diversi anche se vanno entrambi nel posto giusto) e alla fine arriva un messaggino nella chat di Whatsapp che la collega legge “Siamo arrivati tutti e siamo qui insieme a Riccione. L’unico problema è che non troviamo il mare”.

Una storia che fa venire voglia di abbracci e sorrisi.

martedì 9 aprile 2019

AHIMÈ - INVECCHIARE?

Ho aspettato qualche giorno prima di scriverne, ma sono ancora arrabbiata e racconto la storia (spero di essere abbastanza lucida da farne cogliere il senso del comico/del ridicolo?).
Venerdì scorso, nel pomeriggio, la famigliola Ranieri con morosa di Luigi a seguito e il baule strapieno di generi alimentari (culatello, salami, parmigiano, uova di Pasqua, radicchi dell’orto, peperoncini ripieni, pomodorini al naturale in vaso...) pianifica di partire per trascorrere il week end a Zurigo con l’Anna. La maniaca di casa, cioè io, si organizza per lavorare il mattino da casa e decide di fare una torta da portare all’Anna e al suo compagno (strenui mangiatori entrambi) - la torta “L’antica” del maestro Knamm : pasta frolla integrale, marmellata di lamponi, ganache di cioccolato e lamponi freschi. È la terza volta che faccio questa torta e penso di avere risolto il problema delle volte precedenti: i bordi della frolla si ripiegavano su se stessi in cottura per via dell’interno vuoto (la ganache non va cotta e quindi la frolla cuoce in forno senza ripieno). Ho innanzitutto comperato un nuovo stampo da crostata buttando finalmente via la mia teglia ultratrentennale e ho scovato questa “cottura alla cieca “ che consiste nel ricoprire il fondo della torta con un foglio di carta forno e di riempirla con legumi secchi : in questo modo i bordi dovrebbero stare su. Dopo una ventina di minuti, con soddisfazione tolgo la teglia dal forno, i bordi sono cotti e ben fatti, devo tirare via i legumi e rimettere la teglia in forno per altri dieci minuti per fare asciugare bene il fondo. Prendo la teglia e scotta da bestia, osservo arrabbiata che un po’ di legumi si sono attaccati ai bordi della torta e non so se è questo a distrarmi, ma inclinando la teglia per far uscire i legumi la inclino troppo e la torta PAM! si capovolge e va in mille pezzi sul piano di lavoro. Furibonda mollo tutto lì bestemmiando e vado a fare le altre cose che dovevo fare, pensando che il progetto-torta era definitivamente rovinato. Dopo un’oretta torno per pulire il disastro e con insolito moto di ottimismo e con il solito atteggiamento di “non-mollo-l’osso-a-costo-di-lasciarci-i-denti” ricompongo con attenzione e alla bell’e meglio il guscio di pasta frolla, poi lo metto dieci minuti in forno e cospargo il fondo di marmellata di lamponi. E mi metto a fare la ganache, sbriciolo tre etti di cioccolato fondente, metto a bollire 220 gr di panna e sciolgo il cioccolato con la frusta dentro la panna, poi lascio la ganache a raffreddare prima di metterla sulla torta. Vado a fare le mie cose, cercando di lavorare un po’ e dopo un’oretta torno in cucina per preparare la torta. Mi accorgo però di aver lasciato il fuoco (bassissimo) acceso sotto il pentolino e la mia bella ganache si era trasformata in un ammasso semibruciato e diviso in liquido e parte burrosa. Autoinsultandomi e invocando l’avverso destino tolgo il povero pentolino dal fuoco e mollo lì tutto, abbandonando il progetto torta. Dopo un’oretta torna Roberto dalle sue faccende e gli racconto a denti stretti tutta la vicenda e lui, positivamente e senza insistere, mi dice “Ma non puoi rifare la ganache?”. Io non dico niente e vado via, ma evidentemente ci ripenso, sbollisco e torno a fare una nuova ganache (la ganache di cioccolato è bellissima, setosa, cremosa e lucida, un miracolo) la faccio raffreddare e completo la torta.
La torta è stata portata a Zurigo, la vicenda raccontata con grandi risa e la torta era acciaccata ma deliziosa come sempre.
Solo, pensiero spiacevole, ho pensato che queste cose non mi erano mai capitate, sono anzi organizzata e scrupolosa e mi sono un po’ depressa, mi sono sentita vecchia e stanca. Anche se certamente ci saranno altre torte e la prossima “Antica”, lo prometto, sarà finalmente come deve essere. Cavolo! Però invecchio.